I dipendenti del Consorzio Autostrade Siciliane proclamano lo sciopero per i giorni 20, 21,27, 28 Giugno. La protesta riguarda le ultime 2 ore per ogni fine turno di tutto il personale Cas amministrativo e — dalle 4.00 alle 6.00, dalle 12.00 alle 14.00, dalle 20.00 alle 22.00 — degli addetti all’esazione dei pedaggi in servizio nelle tratte A18 (Messina-Catania, Siracusa-Gela) e A20 (Messina-Palermo). Lo stato di agitazione — evidenzia Cub trasporti — segue il «tavolo negoziale del 24 maggio, con sindacati privi del mandato e non rappresentativi dei lavoratori» e consiste nel «rivendicare il ruolo attraverso la propria rappresentanza, contestando le superiori scelte, che si sommano allo stato di agitazione dello scorso 8 Febbraio». Il contenuto della controversia riguarda — sottolinea la Cub —: il mancato confronto sindacale; il sottodimensionamento della pianta organica con carenza di personale d’esazione ed eccessivi carichi di lavoro; il blocco delle ferie — ritenuto arbitrario dal sindacato — e il ricorso al lavoro straordinario con accentuate anomalie circa i riposi interturno; la mancata programmazione di chiamate del personale discontinuo con scopertura ai caselli; la pessima organizzazione del lavoro; la gestione delle categorie protette non coniugata al Piano Industriale della Concessionaria nell’ambito del vigente Ccnl del settore autostradale dei dipendenti del Cas, sottoscritto nel 2005; le procedure Ate part-time e il trattamento di tre orari di lavoro diversi e contrattualmente non previsti; i rapporti con sindacati non rappresentativi.
La Cub trasporti diffida «il legale rappresentante pro-tempore del Cas, a sottrarsi da qualsiasi iniziativa finalizzata a ostacolare il pieno svolgimento delle attività sindacali legittimamente programmate tramite la sostituzione dei lavoratori aderenti allo sciopero con chiamate in servizio di agenti tecnici esattori già non in turno, o con ricorso a lavoro supplementare e/o straordinario tale da impedire o rendere senza effetto la partecipazione allo sciopero». Tali sostituzioni — insiste il sindacato — «qualora effettivamente attuate, risulterebbero gravemente lesive dei diritti sindacali regolati dalle norme di legge ravvisandosi gli estremi di un comportamento antisindacale».
Altra protesta in programma è quella dei lavoratori ex Aicon che domani scenderanno in piazza, davanti alla sede dell’assessorato al lavoro, a Palermo. I motivi riguardano la mancata mobilità per i 324 lavoratori, e le loro famiglie, licenziati il 30 Gennaio. «Lunedì 10 era in programma la Commissione Regionale per l’Impiego, finalmente l’ultimo passaggio per formalizzare la mobilità dovuta ai 324 lavoratori — si legge in una nota dell’Usb (Unione Sindacale di Base). Invece, diverse fonti della Regione confermano che proprio le parti sindacali non si sarebbero presentate facendo mancare il numero legale». «Dovranno rendere conto anche di questo ai diretti interessati — dichiara Vincenzo Capomolla di Usb —, ennesimo passaggio di organizzazioni che i Lavoratori li hanno persi di vista ormai da tempo». «Si è riusciti a trasformare un passaggio dovuto — continua — in un’ennesima tragedia, con la Regione che da 2 mesi rassicura sull’esito, con i risultati son sotto gli occhi di tutti. Non oso pensare a quando dovremo parlare di occupazione, perché ne dovremo parlare».
Ad aggravare il quadro, il fatto che in quella Commissione la mobilità dei dipendenti Aicon non era certo l’unica all’ordine del giorno. «Abbiamo sollecitato l’intervento del Prefetto — prosegua il dirigente Usb — e domani saremo in presidio con i Lavoratori a Palermo in via Trinacria, dove per l’occasione abbiamo chiesto un incontro all’assessore Bonafede e un intervento risolutivo immediato che sblocchi decreto e pagamenti». «Comprensibile — conclude — l’esasperazione, perché non so se sia chiaro che adesso 324 famiglie si trovano senza alcun reddito ed a questo punto non potranno andare via da Palermo senza soluzioni nero su bianco».
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