Messina esce penalizzata dall’ipotesi di riconversione della rete ospedaliera proposta dall’assessore alla Salute, Lucia Borsellino in VI Commissione all’Assemblea Regionale Siciliana. La Cgil di Messina giudica negativamente questa manovra anche a fronte della mancanza di qualsiasi intervento di potenziamento dei servizi sanitari sul territorio.
«Pesanti — osserva il sindacato — i tagli operati: dal 2008 al 2014 si perderebbero 388 posti letto, ma di questi ben 268 sono quelli che verrebbero meno con l’ultima rimodulazione proposta dal Governo Regionale, con la probabile scomparsa di strutture importanti per la salute dei cittadini».
«Un taglio ancora più inaccettabile — afferma la Cgil —, perché il tutto avviene senza potenziare i servizi sanitari sul territorio, col rischio che l’utenza si rivolga sempre più a quel posto di “frontiera” che sono diventati i pronto soccorso, rischiando di paralizzarli e di far venire meno quello che è il loro principale compito, cioè l’emergenza».
«Si continua ancora nella politica dei tagli — prosegue —, anche se questi sono dettati in parte da normative nazionali, senza agire sulle cause profonde che determinano i disavanzi in materia di spesa sanitaria e si agisce pesantemente sulle strutture pubbliche (i posti letto dei privati accreditati diminuiscono solo di 27 unità nel periodo 2008-2014, su un taglio complessivo di 388, mentre il pubblico ne perde 361)». «La decurtazione di posti letto — paventa il sindacato — potrà avere conseguenze sul piano occupazionale: le dotazioni organiche sono conseguenza del rapporto posti letto/personale medico, infermieristico e ausiliario. Il tutto — conclude — è avvenuto senza alcun confronto con le realtà territoriali sociali, il che inevitabilmente potrà avere delle conseguenze negative sui livelli assistenziali delle diverse realtà».
La Cgil chiede che sulla proposta di rete ospedaliera si apra un immediato confronto con il sindacato, per giungere a una modifica che vada nel senso di migliorare la qualità dell’assistenza.
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