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“L’Inps non è un bancomat” : protesta dei dipendenti contro i tagli

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A Messina, davanti alla sede dell’Inps, in occasione della  manifestazione nazionale dei dipendenti, è prevista un’assemblea pubblica dei lavoratori Inps di tutta la provincia.  La mobilitazione nasce dai tagli operati dal governo centrale sull’Istituto. «Misure inaccettabili — secondo Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Fialp Cisal, che  dopo l’assemblea di mercoledì scorso hanno chiamato alla mobilitazione tutti i dipendenti dell’Inps di Messina e provincia all’insegna dello slogan “L’Inps non è un bancomat”.

«Invece di procedere con un adeguato piano di riorganizzazione per migliorare i servizi qualificare il lavoro — protestano —, non si trova meglio che ridurre il personale e tagliare le retribuzioni».

«Il momento è unico e gravissimo — commentano i Sindacati. L’attacco alle retribuzioni non ha precedenti. Come se non bastasse il blocco dei contratti dal 2009 al 2014 ha di fatto ridotto gli stipendi reali del 30%. Si prevedono tagli agli organici, per effetto dei pensionamenti “coattivi” e a causa del previsto mancato rinnovo dei dipendenti in posizione di comando, che ne determineranno una riduzione del 15% solo nel 2014».

«L’Inps — concludono — non può essere utilizzato come bancomat da cui ogni governo preleva a piacimento. L’Istituto svolge un ruolo importante e delicato nel sistema della sicurezza sociale, ancor più necessario  in questo momento dove disoccupazione e cassa  integrazione sono alle stelle».

.«L’Inps — dichiara Antonella Vitale coordinatore provinciale della Uilpa — è già in sofferenza sia per la continua riduzione degli organici e il blocco del turnover sia per l’inevitabile e insostenibile aumento dei carichi di lavoro e competenze. Si aggiunge, cosa non meno grave, l’ulteriore riduzione dei costi di funzionamenti chiesta dal Ministero dell’Economia. La volontà di tagliare le retribuzioni dei lavoratori è ormai chiara; i dipendenti Inps non potranno più assicurare una regolare ed adeguata capacità di erogazione dei servizi ai cittadini. Occorre invece una riorganizzazione efficace dell’Ente per scongiurare che a rischio ci sia lo stato sociale di questo Paese».

 

 

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