Alla Funzione pubblica della Cgil non va giù che a Catania sia stato varato il piano di stabilizzazione dei precari a 24 ore, mentre a Messina l’Amministrazione Accorinti insista sulle 11 ore. Ma il sindacato si spinge oltre, proponendo i decreti ingiuntivi nei confronti del segretario generale Le Donne e dei dirigenti responsabili.
“Finalmente ci si accorge che la scelta della stabilizzazione dei precari a 11 , successivamente a 16 grazie alle battaglie della FPCGIL, avrebbe inevitabilmente portato alla fame intere famiglie – scrive in una nota la segretaria generale del sindacato Clara Crocè – La FPCGIL contro questa scelta e il mancato riconoscimento di alcuni istituti , tramite i propri legali , ha proposto i decreti ingiuntivi nei confronti del Segretario Le Donne e dei dirigenti responsabili. I precari stabilizzati non solo attendono invano da mesi la ricontrattualizzazione a 21 ore settimanali, ma sono stati negati loro alcuni istituti quali le ferie non godute , il salario accessorio e il TFR. Per questo motivo i lavoratori iscritti alla FPCGIL hanno scelto di non partecipare a una manifestazione , guarda caso indetta in assenza del Segretario Generale e del Sindaco- commenta Clara Crocè . La FPCGIl inoltre attende di leggere i contenuti della delibera di stabilizzazione adottata dal Comune di Catania nel triennio 2016/2018 . Vogliamo capire come sia possibile che il Comune di Catania abbia una capacità assunzionale superiore a quella del Comune di Messina tanto da poter assumere 183 precari con contratto a 24 ore settimanali . Non vorremmo scoprire che a Catania – conclude Crocè – c’è qualcuno più bravo del nostro ‘fuoriclasse’ “
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