A pochissimi giorni dall’insediamento del nuovo management aziendale, ecco che scoppia un vecchio caso che tanto ha appassionato la nostra città e che ha visto posizioni e contrapposizioni: l’accorpamento dei punti nascita del Papardo e del Piemonte.
«Tutti coloro che oggi gridano allo scandalo e utilizzano slogan partigiani per condannare la decisione adottata dal neo direttore Vullo – affermano la segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè, Antonio Trino e Carmelo Pagana e i rappresentanti della Fp Cgil Medici, Attilio Andriolo e Guglielmo Catalioto – erano perfettamente a conoscenza di tutto. D’altra parte, carta canta e basta leggere i verbali delle riunioni sindacali che si sono tenuti nel tempo per notare come lo stesso commissario Caurso, il quale, in attesa del finanziamento progetto dell’Ospedale della Mamma e del Bambino, aveva proposto alle organizzazioni sindacali l’accorpamento dei punti nascita».
Il sindacato ritiene necessario ricordare di essere stato l’unico «a non firmare quell’accordo. Mentre altri non hanno esitato un solo istante a sottoscrivere quanto proposto dal Commissario Caruso, ovvero l’accorpamento due punti nascita, in attesa del finanziamento del polo materno infantile. Il provvedimento di unione fu sospeso solo grazie alle vibranti protesta della Fp Cgil».
Lo scorso lunedì – prosegue il sindacato – si è tenuta una riunione sindacale con il nuovo manager Michele Vullo, il quale non ha mai messo in discussione la necessità di mantenere aperto il presidio ospedaliero, ma sono state tuttavia attentamente analizzate le criticità del Piemonte.
«Tutti sappiamo – continua la Fp Cgil – degli “infiniti” lavori di messa in sicurezza, dei 78 posti letto a fronte dei 121, delle difficoltà enormi nel dare risposte assistenziali proprio per la carenza di specialistiche e di posti letto, delle carenze di organico e via discorrendo. Di fatto il Piemonte dei fasti di un tempo ne conserva solo le memorie rappresentando oggi il “fratello minore”, il “surrogato” dell’ormai più blasonato Papardo, e ciò a causa di una Politica Sanitaria che ne ha decretato, in tempi non sospetti, la “morte per inedia”».
A questo punto, la Fp Cgil si chiede: «Cosa fare per salvarlo da questa lenta agonia? Secondo quanto riferito dal dg Vullo, per quanto la sua naturale vocazione sia sempre stata l’emergenza, oggi, purtroppo, tale strada risulta di difficile percorribilità proprio in virtù di una ottimizzazione delle risorse voluta dalla riorganizzazione delle rete ospedaliera volta ad eliminare costosi “doppioni”. Quindi l’alternativa è rappresentata dalle “eccellenze sanitarie”, per cui il Piemonte potrebbe, per precisa volontà politica, ritornare ai fasti di un tempo attraverso la messa in pratica del “vecchio” progetto di Ospedale della Mamma e del Bambino o Polo Materno-Infantile che dir si voglia. Secondo quanto sostenuto dall’Assessorato questo rappresenta un progetto ambizioso che non si riduce al mero punto nascita, ma ad un centro che a 360° potrebbe fornire risposte assistenziali alla cittadinanza, peculiarizzando il Piemonte con una precisa connotazione sanitaria, attraverso un pronto soccorso ostetrico/ginecologico/pediatrico, e con tutti i “servizi satellite” necessari per svolgere tale mandato in assoluta sicurezza sia per gli operatori che per gli utenti secondo i più moderni principi di Governance Sanitaria».
A seguito dell’incontro dello scorso 8 luglio a Palermo all’Assessorato regionale alla salute fra la dottoressa Rosaria Mulè, delegata dall’Assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino, e le organizzazioni sindacali dell’area medica per l’approvazione del piano di riordino della rete ospedaliera della provincia di Messina, «si è convenuto – conclude il sindacato – su proposta della stessa dottoressa Mulè, di sospendere nell’immediato l’indicazione a trasferire l’Ostetricia del Papardo al Piemonte, dando incarico al Direttore generale di incontrare sindacati e parti sociali per individuare le soluzioni più idonee e meno penalizzanti per l’utenza messinese».
Secondo la Fp Cgil e la Fp Cgil Medici è necessario fare chiarezza attraverso un incontro in VI Commissione e all’Assessorato alla Salute, per avere le risposte in merito alla riorganizzazione dei due presidi ospedalieri.
(62)