A Messina ancora disagi per quanto riguarda la consegna della posta. Molte zone della città sono servite male e i cittadini si vedono spesso recapitare la propria corrispondenza con molti giorni di ritardo rispetto al normale processo di spedizione. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del sindacato SLG-CUB Poste, in merito alla problematica:
“Non ci sono solo le frane che danneggiano l’acquedotto e lasciano i messinesi senz’acqua. Tra i disagi patiti dai cittadini di Messina, ormai da mesi, vi è anche quello della mancanza di posta, che, nel 2016, si è accumulata a tonnellate all’interno dei due CPD (Centri Primari di Distribuzione), di via Olimpia e di Pistunina, lasciando intere zone e quartieri della città senza che si vedesse l’ombra di un portalettere, addirittura per mesi.
La causa di questa intollerabile e incivile situazione è la conseguenza della strategia commerciale delle Poste privatizzate che, dopo lo scandaloso accordo sindacale, sottoscritto il 25 settembre 2015 tra Poste Italiane e sindacati Slc-CGIL, Slp-CISL, Failp-CISAL, CONFSAL Com.ni e UGL Com.ni, hanno concepito un nuovo modello speculativo di lavoro, che prevede la consegna delle lettere a giorni alterni e rarefatti. Il nuovo modello organizzativo, infatti, la cui conseguenza finale sarà quella di riuscire a tagliare il 50% del personale, si sviluppa lungo un ciclo periodico di due settimane, che poi si ripetono. In pratica, con la nuova vergognosa organizzazione di lavoro, il portalettere deve servire una zona di competenza soltanto il lunedì, il mercoledì e il venerdì (durante la prima settimana del ciclo), e poi esclusivamente il martedì e il giovedì (durante la seconda settimana). Questo perché negli altri giorni della settimana, mancanti, il medesimo portalettere dovrà consegnare la posta, in maniera alternativa e complementare, anche in un’altra zona, che, invece, prima era servita da un suo collega.
Così, secondo Poste e sindacati, con un solo portalettere, si possono coprire ben due zone, tagliando il 50% del personale. Peccato che poi la posta non arriva. Ma le Poste non sono più una rigorosa istituzione dello Stato, incaricata del servizio pubblico universale (avranno pensato Caio e i sindacati firmatari dell’accordo…). E, così, le Poste privatizzate – con il 35,3% già venduto a ottobre del 2015 e un altro 35% girato alla Cassa Depositi e Prestiti, nel 2016 – sono riuscite a cambiare in peggio la vita dei messinesi, con bollette, atti giudiziari, raccomandate e Tari che non arrivano, solo per l’ambizione irrazionale di voler ridurre il personale.
E’ questo il cambiamento vantato nei facili spot pubblicitari da Caio? “Il cambiamento siamo noi”, ancora visibile sul web, denuncia da tempo che la privatizzazione delle Poste è assolutamente sbagliata, perché è frutto di una politica antisociale. Le Poste, infatti, erano una infrastruttura nazionale strategica, concepita per servire il popolo, con serietà e lealtà, mentre i provvedimenti politici di trasformazione e di deformazione dell’istituzione in una banale società per azioni ne hanno fatto un’azienda commerciale a scopo di lucro, gestita da amministratori privati strapagati, che calpesta gravemente i diritti del popolo. Eppure, davanti a queste gravi conseguenze e disagi per la cittadinanza, i politici non reagiscono e le istituzioni cittadine non si sentono. Perciò, se Poste Italiane non azzererà questo accordo sindacale, che riduce il personale e il servizio postale, mantenendo la situazione incresciosa che sta colpendo Messina, SLG-CUB Poste segnalerà ufficialmente questa situazione alle autorità”.
(328)