Messina. Botta e risposta tra Cateno De Luca e i sindacati Cgil e Uil, che ieri hanno annunciato l’intenzione di querelare il Sindaco per calunnia. Il primo cittadino ha deciso di rispondere alle accuse sulla sua pagina Facebook.
«Non mi avevamo già querelato? – così il Sindaco apre il suo post – Procedano pure a farlo, ma una volta per tutte. L’attuale dirigenza UIL e CGIL non accetta di essere relegata al ruolo naturale che le compete? Ce ne faremo una ragione. Abbiamo visto tutti la povertà di argomenti e la pretestuosità di alcune posizioni al tavolo concertativo Salva Messina. Per anni sono stati complici silenti dell’azione di un sistema di potere che ha utilizzato come un bancomat le casse municipali e delle partecipate. Ed ora cosa vogliono? Pretendono di continuare a saccheggiare il futuro della città, strumentalizzando i lavoratori per qualche prebenda personale che si donava ai tavoli di contrattazione? Con me non funziona così».
Lo scontro tra le due parti inizia quando, a seguito della tre giorni dedicata ai tavoli tematici con i sindacati riguardo il Salva Messina, le due associazioni sindacali hanno deciso di non sottoscrivere il documento per alcuni motivi che hanno esposto in una nota: «1) il futuro dell’Atm e dei suoi lavoratori; 2) le reali prospettive di MessinaServizi e delle sue maestranze; 3) la concreta salvaguardia di tutti i lavoratori dei Servizi Sociali; 4) il rispetto delle previsioni contrattuali dei dipendenti comunali. A fronte di questi veri e propri macigni, abbiamo legittimamente deciso di non sottoscrivere il nuovo documento del sindaco».
A quanto pare, durante la seduta conclusiva della tre giorni di confronto, questa decisione è stata contestata dal Sindaco: «È vergognosamente ripresa l’azione di dileggio e calunnia, sopita solo per qualche giorno, che il sindaco ha reiteratamente portato avanti nei confronti di Cgil e Uil». Da questo episodio è scaturita la reazione dei sindacati che hanno deciso di denunciare l’accaduto.
«Spero che i lavoratori non diano più fiducia a questo modo infausto di fare sindacato – ha scritto De Luca a conclusione del post – come già è avvenuto per la fallimentare manifestazione del 31 ottobre scorso (500 persone compresi amici e parenti) ove si è scoperto che il re sindacale era nudo».
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