La Cisl Funzione Pubblica e la Rsu dell’Ipab Collereale tornano a denunciare il crollo economico-finanziario dell’Opera Pia. «A preoccupare i lavoratori — spiega il sindacato — sono i debiti vantati dagli stessi e le dichiarazioni rilasciate dall’amministrazione della stessa Ipab che ha puntato il dito contro la Regione, il Comune, i Padri Rogazionisti e altri soggetti pubblici, considerati gli unici responsabili del default dell’Ipab».Per questo motivo la Cisl rivolge un appello al Presidente della Regione e alla Corte dei Conti: «Vogliamo vederci chiaro – dichiara la segretaria provinciale Enza Ruggeri – e chiediamo a chi di competenza, Corte dei Conti e Presidente della Regione, di accertare le responsabilità reali del fallimento del Collereale verificando e monitorando l’utilizzo delle risorse finanziarie degli ultimi anni. Come il Collereale – ricorda Enza Ruggeri – anche le altre Ipab di Messina e provincia, erogano servizi agli anziani, ai bambini, ai minori affidati dall’autorità giudiziaria come la Società Asili di Infanzia, lo Sciacca Baratta, lo Scandurra Runiti, la Casa Famiglia, la Bonomo-Munafò, che continuano a vivere un grave disagio economico, sociale e occupazionale. Essi rappresentano una parte degli enti dell’universo dei servizi sociali che, con sacrificio e abnegazione, continuano ad assistere i soggetti più deboli della società. Le operatrici e gli operatori delle Iipab sono lavoratori pubblici, che svolgono un lavoro pubblico, presso un’istituzione pubblica. Chiediamo con forza, quindi, garanzie occupazionali e stipendiali, per dare continuità e dignità al lavoro e ai lavoratori».
La Cisl Funzione Pubblica denuncia il silenzio delle Istituzioni locali e regionali nonostante le sollecitazioni a cercare soluzioni che coniugassero gli interessi dei lavoratori, degli anziani, dei portatori di handicap e dei minori, considerati “bacini deboli della società”. Alla luce della situazione critica del Collereale, la Cisl Fp proclama lo stato di agitazione e l’avvio di tutte le iniziative sindacali per trovare una soluzione all’annoso problema delle Ipab, «garantendo servizi e sostenibilità economico-finanziaria alle strutture attive magari accorpando, per renderle produttive, quelle inattive».
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