“Stress”, questo il termine che emerge in tutti gli interventi all’assemblea dei lavoratori del 118 che si è svolta oggi a Palazzo dei Leoni.
“Assenza”, anche questo è un termine ricorrente visto che, all’assemblea, erano stati invitati tutti i sindaci dei 108 comuni del messinese, l’Asp di Messina e le 4 centrali operative 118 di Messina, Palermo, Catania e Caltanissetta. Tutti assenti all’appello, tranne uno: l’unico ad avere accettato l’invito è stato il sindaco di Torregrotta, Antonino Caselli. Di Accorinti neanche l’ombra.
L’assemblea, organizzata dalla sezione provinciale di Messina dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), si è aperta con l’intervento di Nino Grillo, medico del 118 e presidente provinciale Snami.
«Elaborare un documento propositivo da presentare alla Regione, un documento che racchiuda l’analisi della realtà negli ultimi 10 anni, insieme alle prospettive future, questo si propongono di fare tutti gli uomini e le donne del soccorso», afferma Grillo.
Il 118 è fatto di medici, infermieri, soccorritori, autisti, tecnici della centrale operativa, professionalità diverse che devono tutte lavorare in team. E sull’importanza del lavoro di squadra è intervenuto Paolo Aloi, responsabile regionale dello Snami: «Lavorare in team è importante, le criticità coinvolgono tutti i componenti. Verificare le criticità è importante – sottolinea Aloi – ma più importante è risolverle».
«Non lavoriamo in maniera serena – ha aggiunto Aloi -, alle riduzioni di organico si aggiungono le criticità. Salire in ambulanza oggi, da operatori, è diventato rischioso. Si rischiano querele».
Esamina anche i “numeri” Aloi: «70mila chiamate annue su Catania nel 2013, 121mila nel 2014». Numeri che pongono l’attenzione su come viene usato il servizio 118 dai cittadini: molti chiamano l’ambulanza per qualunque emergenza, piccola o grande che sia, per un dito rotto come per un infarto. Il rischio che si corre, sottolinea Giorgio Giuffrè, medico e responsabile provinciale Snami, «è che chi ha un infarto, non trovi la disponibilità dell’ambulanza che, nel frattempo, sta “soccorrendo” chi si è rotto un dito».
Quello che serve è l’educazione della cittadinanza, questo potrebbe aiutare nella razionalizzazione dei mezzi e del personale. Ma gli “aggiustamenti” devono toccare anche altri tasti: «A Messina – dice Aloi – il servizio di 118 serve anche ad accompagnare i testimoni in Tribunale, ad effettuare i Tso. Tutte risorse e mezzi, che poi mancano sul territorio».
«Garantire il “diritto alla salute”», questo il pensiero che accomuna tutti i presenti. «Non c’è volontà di creare disagio – sottolinea Grillo – ma di fornire un servizio migliore alla cittadinanza, a chi ha realmente bisogno di interventi di primo soccorso. La Regione – continua – si vanta di avere attivato dei servizi di “emergenza ad alti livelli”, come le reti Ima (infarto miocardico acuto) e stroke (l’emergenza legata all’ictus), ma nella realtà – spiega- le cose non stanno così: il personale non è opportunamente formato per questo tipo di intervento e le ambulanze non sono attrezzate. In ambulanza ci dovrebbe essere la morfina per affrontare questi casi, e per tenerla, senza pericoli, ci vorrebbe una cassaforte su ogni mezzo. Ebbene, ci sono 2 sole casseforti su due ambulanze in tutto il territorio della provincia di Messina».
Poi, in tempi di spending review, ci sono gli sprechi, l’automedica per citarne uno. «Un mezzo, che in realtà ha un utilizzo ingiustificato – spiega Grillo -. Trasporta solo personale medico e attrezzature, non è adibito al trasferimento del paziente in ospedale e, dunque, all’auto medica deve, necessariamente, subentrare l’ambulanza. Il costo di un’auto medica? 80mila euro al mese. A Messina ce ne sono 3, una a Taormina: in totale 320mila euro al mese. Una spesa assurda vista l’inutilità».
Tante le proposte fatte all’Asp, al Comune, alla Regione: campagne informative per “spiegare” ai cittadini quando e come usare il servizio 118, medicalizzazione delle ambulanze a Lipari, fornitura di reperibilità per il Tso, tutto a costo zero, ma, dicono tutti i presenti all’assemblea: «Nessuno risponde».
«Bisogna trovare gli interlocutori giusti – interviene Giuseppe Pracanica, presidente di CittadinanzAttiva-, in questo caso i sindaci. Voi – continua Pracanica – fate proposte operative. Bisogna avere le idee chiare, e le avete, bisogna farle capire al Sindaco: non è cosa semplice, ma sforzatevi».
«Da parte di CittadinanzAttiva c’è tutto l’appoggio possibile perchè le esigenze non sono solo le vostre, ma del cittadino. Saremo lieti – conclude Pracanica – di aiutarvi nella proposta di istruire la cittadinanza ad usare il 118».
Nino Grillo ha anche fatto riferimento a recenti fatti di cronaca che hanno visto il 118 “inquisito”. « Siamo stati additati – ha detto- come responsabili di determinati avvenimenti. Sono eventi tragici, cui, purtroppo, concorrono ben altre cause che non il primo intervento di soccorso. Se non abbiamo una sanità alla spalle che ci supporta non è facile che tutto vada bene».
Mimma Aliberti
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