Cgil, Cisl e Uil, Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti si rivolgono direttamente al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, in merito alla questione della continuità territoriale e del sistema di mobilità dello Stretto: «La condizione disastrata dei trasporti in Sicilia rischia, in questi giorni, di aggravarsi ulteriormente per la coincidenza di due eventi che inibiranno il transito dei passeggeri tra la sponda calabrese e Messina: l’ennesima gara andata deserta per il trasporto marittimo veloce nello Stretto di Messina; la decisone di Bluferries di lasciare il porto storico della città peloritana». Così le tre sigle sindacali preoccupate per una situazione che rischi di mettere in seria difficoltà i collegamenti e creare grossi disagi all’utenza delle sponde calabre e messinesi.
Le proroghe concesse al servizio trasporto passeggeri con mezzi veloci non sono sufficienti a offrire garanzie: «Il contratto, in questo caso ˗ ricordano in una nota ˗, non è stato più rinnovato dal Ministero per mancanza di risorse, con la previsione di alcune proroghe con copertura di un numero sempre minore di corse. A fine anno anche queste proroghe scadranno senza possibilità di rinnovo. I pendolari, di conseguenza, potranno fruire soltanto delle navi traghetto per passare da una sponda all’altra dello Stretto.
Tuttavia, anche questa opzione, peraltro da sola inadeguata a dare idonee risposte alle loro esigenze, sarà ulteriormente ridotta dalla decisione di Bluferries, società di Rfi che svolge anche questo servizio, di interrompere il servizio dal porto storico a causa di un’ordinanza comunale che vieta, in quel sito, l’imbarco dei Tir».
Impensierisce i sindacati anche il trasferimento delle navi di quest’ultima compagnia al terminal i Tremestieri, dove il servizio di trasporto è interdetto ai passeggeri: «Si ripropone così, in tutta la sua drammaticità, l’eterno dilemma di chi e come debba garantire, nella porta della Sicilia, i principi costituzionali della libera circolazione nel territorio nazionale e della rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini».
«Le difficoltà dettate dall’assenza di una rete adeguata di trasporti e dalla pluralità degli approdi tra le due sponde ˗ spiegano Cgil, Cisl e Uil ˗sono state risolte dai passeggeri, sia pure con molte limitazioni, con l’utilizzo di aliscafi e navi. Se non verranno ripristinate le somme necessarie a espletare il bando, le gare per il trasporto veloce continueranno a non attirare nessun armatore e se non si individueranno sistemi capaci di evitare l’intreccio dei Tir con il normale traffico cittadino le navi, che non hanno alcun obbligo per il trasporto passeggeri, utilizzeranno quegli approdi dove è consentito l’imbarco dei mezzi pesanti e non è possibile quello dei passeggeri».
Disagi ai passeggeri e svilimento dell’economia senza possibilità di sviluppo, sembra essere questo il futuro tanto paventato dai sindacati: «Gli incontri riservati tra Ministero, Regioni ed Enti locali che si trascinano da qualche anno non hanno sortito alcun effetto e, anzi, hanno portato in questa città all’aumento di una sterile contrapposizione e al moltiplicarsi di ricorsi legali. Un’inaccettabile condizione di impasse che impedisce purtroppo la concordata e definitiva stesura di un coordinato e studiato sistema di trasporti capace di garantire, nell’insieme, il risultato più conveniente, un aumento delle opportunità di transito, una riduzione delle tariffe, un ampliamento degli occupati, un miglioramento della vivibilità e non ultimo una crescita complessiva per l’economia dell’intera area. Rischiamo di essere l’unica area al mondo che intende il mercato del traghettamento come un castigo e non come una opportunità».
«Chiediamo, pertanto, al ministro Lupi ˗ concludono ˗ un urgente confronto di merito per affrontare tutta l’intera materia della mobilità nello Stretto, comprendendo l’infrastrutturazione della portualità, la viabilità viaria e ferroviaria ed i collegamenti marittimi».
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