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«Casa Serena, simbolo della città, non si tocca». Cisl: «Necessario riordino servizi sociali»

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casa serenaUn appello a tutte le Istituzioni coinvolte, alle forze Sociali e sindacali, agli operatori: la chiusura di Casa Serena significherebbe la perdita di un servizio ma anche di altri posti di lavoro per la città. Una riflessione pubblica, quella della Cisl di Messina, in un momento di piena crisi occupazionale, sociale ed economica, «convinti che, con in testa il sindacato, si deve saper intraprendere la strada del dialogo, del confronto, della proposta e della collaborazione, per uscire dal guado e sapendo che ciò che è stato possibile fin oggi ormai non è consentito a nessuno».

A parlare sono il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, e i segretari provinciali della Funzione Pubblica e dei Pensionati, Calogero Emanuele e Bruno Zecchetto. «Non comprendiamo — dicono — a quanti stanno a cuore le sorti di Casa Serena o se c’è in atto una strategia della dismissione e della cancellazione di un altro pezzo di storia di Messina».

La Cisl, in questi anni, ricorda il lavoro messo in campo per scongiurare la chiusura della casa di riposo e soprattutto per mantenere il servizio e garantire i livelli occupazionali.

«Ci siamo riusciti – affermano i sindacalisti – grazie alla sinergia con le Istituzioni e, anche, sia pure nella diversità, con tutte le Organizzazioni Sindacali. Siamo convinti, però, che questa fase transitoria debba servire a rimettere le cose in ordine, partendo dal necessario avvio dei lavori di ristrutturazione. Non si possono giustificare assolutamente i ritardi della ditta aggiudicataria e di chi pensa a ritardare i procedimenti con una strategia distruttiva. Questa fase di sperimentazione, che già fa emergere delle anomalie e delle discrasie rispetto alle necessità e ai bisogni degli utenti anziani – continuano Genovese, Emanuele e Zecchetto –  deve servire per dare vita al nuovo bando prevedendo i giusti correttivi nel rapporto servizi-utenti-bisogni-operatori».

La Cisl ritiene che la Cooperativa Azione Sociale debba rispettare in maniera puntuale ogni prescrizione e debba lavorare per accrescere il livello qualitativo del servizio. «Gli stessi operatori che hanno sempre considerato Casa Serena come la “casa familiare” – proseguono –  devono continuare a dare il massimo, in maniera collaborativa, sinergica e propositiva, per evitare che passi il messaggio del mancato impegno e del mancato attaccamento al lavoro. Ne vale della dignità di tutti. Siamo convinti che Casa Serena, che tutti la davano per ‘chiusa’ deve tornare a essere un centro di eccellenza nell’assistenza agli anziani con l’implementazione e l’integrazione di altri servizi».

Altra questione riguarda la piena occupazione di tutti gli operatori a causa della riconduzione agli standard regionali in rapporto a utenti-servizio-anziani: «Si è reso necessario – spiegano i rappresentanti sindacali –  una sorta di accordo di solidarietà sottoscritto tra l’Amministrazione Comunale e tutte le Organizzazioni sindacali per consentire l’utilizzo di ulteriori 12 operatori a Casa Serena, oltre ai 37 operatori da ricollocare nei servizi previsti dalla legge 328 con copertura triennale. Pretendiamo, adesso, che l’Amministrazione non accumuli ulteriori ritardi nel consegnare gli elenchi degli utenti, come non ammettiamo ulteriori ritardi da parte della ditta aggiudicataria, la Cooperativa Genesi, che deve procedere alla convocazione dei lavoratori per la stipula dei contratti individuali di lavoro, assicurando anche l’utilizzazione di quei lavoratori opportunamente riqualificati e in possesso delle professionalità necessarie. Deve essere, inoltre, assicurata la ricollocazione degli infermieri e degli operatori addetti ai servizi amministrativi, in quei servizi che più volte l’Amministrazione si è impegnata a istituire e che ancora oggi non vengono alla luce».

La Cisl insiste sulla necessità del riordino dell’intero sistema dei servizi sociali della città e già nel febbraio scorso ha presentato la sua proposta che prevede: un contenitore unico pubblico-privato; risorse sinergicamente programmate provenienti da diversi settori come bilanci comunali, legge 328, Pac, finanziamenti europei, compartecipazione di privati; l’istituzione di un albo di accreditamento e di un albo degli operatori. «È necessario riflettere su questo –  concludono –perché è sotto gli occhi di tutti che le risorse del bilancio comunale sono del tutto insufficienti a poter garantire la piena copertura».

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