Carni infette, la Uil attacca Regione e Asp

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I rappresentanti di  Uil e Uil-Fpl puntano l’indice contro la Regione e l’Asp di Messina, dopo l’inchiesta della magistratura su presunti casi di macellazione clandestina di capi di bestiame malati e privi di controlli sanitari.

“Si deve sottolineare – scrivono in una nota stampa Pippo Calapai, Massimo Venza e Mario Macrì, rispettivamente segretario generale, responsabile area medico-sanitaria e responsabile area medica del sindacato  -, come vi sia stata in tutta questa storia una irragionevole quanto errata condotta degli Uffici dell’Assessorato della Salute Regionale e dell’Amministrazione dell’A.S.P. di Messina. Piuttosto che potenziare l’area della specialistica veterinaria secondo quanto previsto dal contratto di lavoro- affermano i sindacalisti –  si è assistito alla continua proposizione di progetti obiettivo illegittimi che prevedevano un pagamento ‘a prestazione’, ossia a cottimo, in sostituzione della ordinaria attività oraria. Ciò avrebbe determinato condizioni lavorative inidonee a consentire un corretto svolgimento dei controlli negli allevamenti, nel dovuto rispetto della normativa di settore, necessari per mantenere le qualifiche sanitarie delle aziende zootecniche”.

I sindacalisti attaccano anche i dirigenti regionali dell’ Assessorato alla Salute e i vertici dell’Asp di Messina: “La gestione della Sanità Pubblica Veterinaria- scrivono Calapai, Venza e Macrì-  è stata improntata esclusivamente a consentire un fittizio raggiungimento di indici numerici di controllo, idonei solo a consentire il conseguimento degli obiettivi dei Direttori Generali e degli Uffici dell’Assessorato, a discapito dei dovuti criteri di qualità che devono essere insiti nell’effettuazione dei controlli sanitari sugli animali, al fine di ottenere l’eradicazione delle malattie trasmissibili all’uomo. A fronte dell’ opposizione effettuata da questa organizzazione sindacale gli uffici dell’ assessorato della Salute stoltamente hanno impedito che si desse attuazione all’ art. 84 della Legge Regionale 7 maggio 2015 n° 9 preferendo far finanziare, ricorrendo a stratagemmi di dubbia legittimità, progetti obiettivo diretti ai dirigenti veterinari a tempo indeterminato che operavano già per 38 ore settimanali, ed assumere dirigenti veterinari a tempo determinato, verosimilmente privi della dovuta esperienza e specifica formazione”.

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