Una risorsa cittadina in pericolo. Così è stato definito il Cantiere Navale Palumbo. «Il cantiere è inoperoso — avvertono i sindacati. La cassa integrazione è alle porte e altre famiglie messinesi sono a rischio disoccupazione. Di fronte a tutto ciò l’Autorità portuale e l’Ente Porto tacciono. Gli operai sono già pronti alla mobilitazione».
«La stasi che regna nel cantiere navale Palumbo tende a cronicizzarsi — scrivono in una nota i sindacati — e lascia riaffiorare i fantasmi dell’improduttività pilotata a favore del cantiere Maltese ove la Palumbo S.p.A. gestisce un’altra attività cantieristica oltre quelle di Messina e Napoli. La “micro attività” che la Palumbo indirizza a Messina non tarderà a creare l’ennesimo allarme occupazionale, le piccole riparazioni saltuarie che impiegano pochi lavoratori per qualche settimana non corrispondono alle promesse di sviluppo, produzione e incremento dei livelli occupazionali che l’imprenditore napoletano ha promesso e sottoscritto in fase di gara d’appalto per la concessione del cantiere. In un cantiere destinato alle riparazioni la crisi non è attenuante plausibile visto che gli armatori attualmente evitano di costruire navi nuove e per forza di cose sono costretti a riparare le loro vecchie unità, il lavoro c’è ma il grosso della produzione viene dirottato verso Malta mentre Messina sembra destinata alla stasi programmata, un sito da far vivacchiare senza grosse pretese, solo per evitare che finisca in mano alla concorrenza».
«Con questi modesti programmi di produzione — proseguono — non si capisce come la Palumbo possa mantenere quanto previsto nel capitolato di appalto, le centinaia di assunzioni si sono ridotte a 40 operai e gli investimenti per l’ammodernamento del cantiere non riusciamo a individuarli, Messina ha concesso alla Palumbo un prezioso sito produttivo chiedendo in cambio sviluppo e lavoro ma l’impegno dell’imprenditore ad oggi risulta inevaso, pertanto, Autorità Portuale ed Ente Porto non posso più esimersi dal loro compitò, nella qualità di proprietari e committenti dell’appalto hanno il dovere verso la città di presentare il conto e pretendere produzione, assunzioni e investimenti».
«Non è tollerabile — concludono — che la storia della cantieristica messinese finisca relegata al ruolo di Cenerentola del triangolo produttivo della Palumbo (Malta, Napoli, Messina), la nostra città vive di mare e navi, se non si riesce a creare opportunità occupazionali nel campo della cantieristica è veramente l’anticamera del fallimento generale e le istituzioni sorde ne saranno consapevoli artefici».
Or.S.A. e Cub esporrano, questa mattina, in una conferenza stampa nella Sala Commissioni della Provincia tutti i dettagli della vertenza. All’incontro sarà presente anche la Rsu del Cantiere Palumbo e una nutrita rappresentanza dei lavoratori.
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