Diverse sono state le proteste degli utenti nei confronti dell’Azienda Meridionale Acque e dell’atteggiamento tenuto nei loro confronti da alcuni dipendenti della stessa. La Filctem Cgil e la Femca Cisl, ora, fanno sapere che quegli stessi dipendenti versano in condizioni lavorative che li hanno portati all’esasperazione. Il 18 Marzo, Rsu e lavoratori Amam si sono riuniti in assemblea per affrontare il nodo del riassetto organizzativo dell’azienda. Corretto inquadramento delle attuali figure professionali, progressioni verticali interne e assunzioni sono le urgenze che i lavoratori e il sindacato rivendicano, attraverso l’espletamento dei riti ad evidenza pubblica laddove la legge lo ritiene obbligatorio. «La carenza di personale all’Amam ― hanno detto le sigle sindacali ― è diventata insostenibile per la gestione in sicurezza e piena efficienza del servizio essenziale di distribuzione dell’acqua alla città». Le Rsu fanno riferimento anche agli ultimi episodi che hanno visto protagonisti alcuni addetti Amam e il loro atteggiamento “scontroso” nei confronti dell’utenza, che «dimostra, ancora una volta ― continuano i sindacati ―, il grado di esasperazione con la quale i lavoratori devono affrontare ogni giornata lavorativa, misurandosi con le proteste e, spesso, le minacce di un’utenza che ogni giorno di più lamenta disservizi e criticità. E pur tra mille difficoltà, le maestranze dell’Amam non si sono mai sottratte dal mantenere un elevato rigore etico, sia nello svolgimento delle loro mansioni, sia nel rapporto con i cittadini». «Da anni le rappresentanze sindacali hanno chiesto, ai vari Cda che si sono alternati, di farsi carico, insieme alla direzione aziendale, della riorganizzazione dei servizi e dei carichi di lavoro, invocando le necessarie procedure di evidenza pubblica per il reperimento del personale di forza lavoro». Nel tempo, però ― specificano le Rsu ― «i vertici aziendali si sono trincerati sempre dietro l’ambiguità dello stato giuridico dell’azienda, ma ci chiediamo e ci chiedono i lavoratori e l’opinione pubblica: se non conoscono e non conoscevano lo stato giuridico dell’Azienda, come hanno fatto ad amministrare la stessa fin’ora?». I lavoratori dell’Amam sono stanchi ― dicono unitamente i sindacati. E, chiamati a garantire ogni giorno il servizio idrico per la città, chiedono: il graduale completamento della pianta organica, reclutando il personale mancante secondo le necessarie procedure ad evidenza pubblica; che sia dato impulso alle crescite professionali interne; che venga completato il quadro dirigenziale, oggi quasi del tutto scoperto e che vede presente solo del Direttore Generale. Le Rsu si dichiarano disposte a portare avanti anche azioni eclatanti di protesta al fine di accertare le diverse responsabilità che hanno ridotto l’azienda in questo stato dell’arte.
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