Renato in piazza

Vincitore e vinto, dove e come

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Renato in piazzaDove ha vinto Renato? Dove ha perso Felice? Sono le due domande che, a poche ore dall’esito del ballottaggio, meritano le prime risposte. Renato ha vinto sicuramente nell’opinione, ha conquistato i suoi voti solo e soltanto sulla “storia” di attivista, pacifista, No Ponte, uno che – agli occhi della gente – non ha e non metterà mai le mani nella “marmellata”. Felice non aveva e non ha voto d’opinione. Aveva solo preferenze strutturate, quelle dei partiti, che son “crollate” dopo che gli stessi partiti, tutti, nessuno escluso, Pd, Udc, Dr, Megafono, avevano piazzato le loro caselle in Consiglio comunale e nei sei Quartieri. Renato ha vinto nei confronti: parole nuove e più carisma e quei suoi “Noi non ragioniamo per inciuci” hanno colpito. A mio avviso non ha colpito invece i “So questo” di Felice, i tanti “Io ho l’esperienza” che a vedere com’è stata ridotta l’amministrazione (non certo per colpa di Felice che non ha mai amministrato) non hanno funzionato. Renato ha trovato grande sostegno dal Centro città dove il voto è probabilmente più “libero” e non vincolato dal bisogno. Felice ha vinto a Sud ma in fondo ha “perso” perché gli stessi elettori che avevano votato in massa i consiglieri sono rimasti più “tiepidi” sul sindaco. Renato ha vinto perché i suoi sostenitori sono tornati in massa al voto e hanno consentito di andare oltre il raddoppio dei consensi. E ci sono andati anche molti che non la storia di Renato non avevano a che fare e colpiti chi da vendette, chi in chiave antiGenovese, hanno detto la loro. Felice ha perso perché i partiti dopo averlo “tradito” al primo turno (solo un elettore su due della coalizione lo aveva votato) sono rimasti poco fedeli anche al secondo. Renato ha vinto perché non ci sono più “favori” che tengano senza un serio progetto politico e la giunta Accorinti ha presentato un buon programma e una buona “squadra”. Calabrò ha perso – a mio avviso – perché gli annunci non dei partiti ma di questi partiti non hanno più “popolarità” anche se ha dimostrato molto coraggio nella squadra tecnica meno uno. Renato e Felice hanno perso entrambi contro l’astensionismo: meno di un messinese su due ha voluto scegliere il suo sindaco. E non credo che il mare sia stato così determinante. Renato ha vinto nella comunicazione, spontanea e diretta e mai offensiva come qualcuno si aspettava. Calabrò ha perso nella comunicazione: gli slogan un po’ datati come “Ora Basta” e “Si Messina”, la maglietta come il suo avversario, il “Felice tra la gente” in un periodo in cui economicamente si è infelici non hanno funzionato o hanno funzionato poco visto che l’opinione è stata tutta per Renato. Adesso è finita e c’è bisogno anche di Calabrò, all’interno del Pd, a lavorare per la città. Una sconfitta non può fermare la storia di un consigliere comunale che da otto anni fa bene il suo “mestiere”. Ha vinto Renato ma per lui inizierà un’altra “campagna”: quella di convincere istituzioni, politica e messinesi a cambiare per la nuova Messina.

@Acaffo

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