Una bottiglia, un bimbo, un tesoro per non “dimenticare il futuro”

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C’è una corrente di pensiero che non sa voltarsi indietro, magari dando soltanto uno sguardo di sfuggita. Pretende pure di demonizzare il passato, considerandolo come un luogo di rifugio dell’anima, quasi come se coloro che lo scelgono non avessero il coraggio di guardare al futuro.
Considero i loro guru poco poco disattenti, eroi sì di movimenti, carichi di energia futurista ma con la testa da giganti e i piedi di argilla.
Già, perché è anche vero che uno dei mali oscuri che affliggono una grande porzione di umanità è proprio la “rimozione”. A me invece piace fare quattro passi tra le nuvole dei miei ricordi. E non perché non riesco ad prefigurarmi un futuro. Anzi. Certo è che vogliono che le mie pupille siano piene di immagini a tinte fosche.

Quando eravamo bambini, chi di noi non sperava di trovare dondolata da un’onda una bottiglia con la mappa del tesoro nascosto in un’isola, magari al largo della Persia, l’Oriente, quello alla nostra portata?
Una vela, un alito di vento ed eravamo già lì. Oggi, però, un’onda ci consegna un bambino al quale hanno trafugato un tesoro e la mappa che porta con sé ha impressi gli indizi di una impostura che genera lacrime e sangue, oltre che povertà e miseria. Soprattutto esodi ed abbandoni.

Dimenticavo, il cuore del bambino non batte più. Chissà cosa avranno a lui trafugato. Chissà quale tesoro.

Altre immagini mi trapassano le pupille, quelle che l’informazione “politicamente corretta” non offre. Quelle di carni di bambini maciullate dal “fuoco amico”, o quelle di cristiani “giustiziati” per odio religioso. E mi confondo, e provo orrore di me stesso, assalito come sono da questa difficoltà a capire dove si nasconde l’inganno, attanagliato da complessi di colpa che non mi appartengono, incatenato da precetti etico-morali di un catechismo della serie “stai buono dove stai che al tuo bene ci pensiamo noi”.
Ridatemi la bottiglia con dentro le figurine dell’album di Peter Pan. Voglio che le mie pupille siano tempestate di colori, così da “pensare pensieri felici”. Voglio incontrarmi con Capitan Uncino, quello che ha rapito i nostri figli, batterlo con la forza dei miei sogni per ritrovare le ali, volare e, carico di desideri, ritrovare un futuro.

Antonio Vita

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