Ideali contro pratica spicciola, Gandhi contro Buddha ( almeno visivamente). Se sintesi si vuol fare sul mini scontro Ferrara-Accorinti, andato in onda su Rai 2 ieri sera su “Virus il contagio delle idee”, è questa quella che, immediata, mi viene in mente. Gli ideali, Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, li ha trasferiti in studio. Dietro le spalle, seduto, dalla sua postazione di Messina , un poster gigante dell’amico Gandhi e la consueta bandiera della Pace, con su scritto: L’Italia ripudia la guerra.
Il pacioso Giuliano Ferrara, senza simboli, ma con la calma tipica dei grassi ( sembrava Buddha), l’aplomb dell’intellettuale, ha sfottuto il nostro sindaco proprio su quel simbolo che il “nostro” sfoderò in occasione della festa delle Forze armate: la bandiera della Pace.
Il dialogo tra i due prende spunto dalla carenza idrica a Messina. Un servizio mostra a tutta Italia le vergogne nostrane: cumuli di rifiuti, famiglie costrette a lavarsi alla fontana della piazza, interviste agli abitanti avviliti e arrabbiati. Poi, dopo lo scempio di una Messina mostrata senza veli, in video, dalla città dello Stretto, ecco il sindaco Accorinti: “ L’acqua deve essere pubblica e non privatizzata- dice il sindaco – Lo ha stabilito l’Italia attraverso un referendum, e va rispettato. A Messina la carenza idrica non è strutturale ma politica. In Sicilia la mafia ha messo le mani sull’acqua. Si cambi la politica dell’acqua” . Poi, Renato tira fuori la teoria della condivisione: “ Anche il disagio idrico va condiviso. Il precariato va condiviso.”
Accorinti, dunque, non si smentisce mai, e con gli ideali condisce pure l’acqua.
Sornione come un gatto, arriva Giuliano Ferrara. Anche lui non si smentisce mai. Simpatico come un dito nell’occhio, Ferrara dice: “ Parlo da superficiale, a mio parere l’acqua può anche andare ad una gestione privata, se è compito svolto bene. Se non è cosi, ci si rivolga ad altro privato che sappia farlo. Ma parlo da persona normale, senza quella “ cosa” dietro le spalle”.
E’ qui che il pacifista Accorinti sbotta come un guerriero cheyenne: “Quella “cosa” è una bandiera della Pace, Ferrara, che io ho portato per la prima volta lo scorso anno, il 4 novembre, in occasione della festa delle Forze armate. Io mi attengo alle parole di Pertini, il nostro ex presidente, che disse “svuotiamo gli arsenali e riempiamo in nostri granai”.
Un’occasione, quella similitudine di pertiniana memoria, che figurarsi se il pungente Ferrara poteva lasciarsi scappare. “ Pensi a riempire i serbatoi, Sindaco, più che i granai” .
In studio si ride, e come non farlo: la battuta è intelligente, specie se arriva dopo aver visto case senz’acqua dai rubinetti, cataste di rifiuti, una popolazione avvilita dai 4 mesi di rubinetti a secco.
La Pace, e l’acqua, siano con noi.
Patrizia Vita
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