festa corpus domini

La tradizione è conservazione. La Libertà non è strumentalizzazione

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festa corpus dominiLeggo sul quotidiano cittadino che, nella scottante querelle per la processione, “il sindaco non accetta critiche, a suo giudizio strumentali, e risponde per le rime a chi lo accusa di aver dato uno schiaffo alle tradizioni secolari della città”. Il sindaco mi perdoni se mi accodo ed entro a far parte “dell’orchestra”, ma proprio lui che mangia “pane e libertà” sin dalle elementari deve lasciare che ognuno esprima la propria opinione. Pur rischiando di apparire strumentale.
La tradizione è espressione di un popolo, è collettiva e sociale.
Ogni cultura, ogni etnìa, ha le proprie tradizioni. Messina le sta perdendo, sacrificate sull’altare del risparmio. Come se il costo della banda per la processione del Vascelluzzo il giorno del Corpus Domini, o il cero votivo alla Madonna di Montalto ( entrambe annullate) o, prima ancora, un albero di Natale e le principali vie della città accese da luminarie (già acquistate negli anni) potessero imprimere un duro colpo alle casse di palazzo Zanca. Nel nome di una economia da salvare, Messina perde colpi giorno dopo giorno.
Le tradizioni di un popolo vanno custodite, e guardiani devono essere proprio loro, gli amministratori di una città che vuol mantenere salde le proprie origini.
La tradizione da’ emozioni, crea un collegamento stabile tra vecchie e nuove generazioni, rinsalda passioni per la propria terra, crea vincoli di razza. Che siano cristiane o pagane, le tradizioni vanno perpetuate, perchè rituali per fondare e mantenere una propria identità nel contesto di una società più grande.
Messina sta dimenticando, e l’assurdo è che dimentica nell’indifferenza.
Sì, non manca il comunicato stampa di un consigliere attento e fedele alla “Storia”; non manca neanche chi “sposa” la tesi del risparmio e, avanguardista-economista sulla pelle della città, si schiera a favore dell’ennesimo scippo di un pezzo di vita messinese.
Ma in un momento in cui tutto cambia, i giovani se ne vanno, i valori vengono meno, la continuità è più importante di due-tremila euro in più nelle casse di un Comune che non ha saputo fare per anni e che certo adesso, neanche con nuove “teste”, sta dando esempi di sapiente controllo delle spese.
Che poi, in tema di risparmio, il dubbio è lecito: perchè i tagli vengono effettuati soltanto a manifestazioni religiose? Perchè il Carnevale messinese quest’anno ha significato giochi, divertimento vario, lungo il centro città? Ed ha avuto costi. Ridotti, appare ovvio, ma sempre costi sono stati.
Eppure, per mantenere gli uni e gli altri, il sacro e il profano, basterebbe poco. Una programmazione intelligente, mirata, per conservare salde le tradizioni locali. Basterebbe che a manifestazioni che gravano sul bilancio del Comune venisse data una vocazione turistica. Basterebbe studiare a tavolino strategie di ritorno economico per la città, attraverso la proiezione di una popolazione attiva, viva, che manutiene il passato e punta sul futuro.
Ma già, programmazione significa azione.. e stanca. Tagliare è più comodo e non c’è dispersione di soldi. Nè di energie. 

Patrizia Vita

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