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La nuova razza messinese: gli accorintiani. Come riconoscerli

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accorintianiSi confondono tra noi, uguali nella forma ma diversi nella sostanza, e la loro sostanza si chiama Renato. Potessero omologarglisi esteticamente, si farebbero crescere il barbone ( anche se donne), circolerebbero in bici (anche in salita ripida e con un girovita di 200cm). Sono gli “accorintiani”, nuova specie cittadina di recente formazione, che subentra agli scontenti, i delusi delle passate amministrazioni che per parlare male di sindaco e affini si limitavano a farlo nei bar e, sempre lì, ad attendere fiduciosi l’opera della magistratura, l’inchiesta che portava “quelli” sulle prime pagine dei giornali (meglio ancora se agli arresti domiciliari o dietro le sbarre). Gli accorintiani no. Sanno che adesso c’è l’Onestà fatta persona a governarci, e con “Lei”, anche un’infornata di esperti, tutti trasparenti in opere ed azioni, che manco un concorso a titoli avrebbe potuto selezionarli per sedere lì, nel palazzone di via Garibaldi. E a proposito di Garibaldi, lui, Renatone, in quanto a “fedelissimi” batte alla grande l’eroe dei 2 mondi:contro i 1000 del primo, lui ne sfodera 47866.

Gli accorintiani fanno gruppo, si riconoscono tra loro anche se non si conoscono. Basta un post su Fb, uno in cui l’impavido contestatore, ad esempio, dell’isola pedonale, si offra alla pubblica gogna ed è fatta: “Loro” arrivano. Truppa d’assalto serrata e aggressiva, seduti al computer come un cecchino su un albero, accerchiano “l’incauto”, lo puntano, lo fustigano con commenti al vetriolo, lo deridono anche. Ma il peggio è che, immediata e conseguenziale arriva la sentenza: “Non ti piace l’isola pedonale, non apprezzi il rigore di un Natale senza luci e con albero parafulmine? Sei complice, favoreggiatore, degli inciuci delle passate amministrazioni”. Potessero, gli accorintiani, disporrebbero per chi osa serenamente contestare il “Suo” pensiero, l’esilio in terra lontana.

In strada li vedi sorridere( gli unici) perchè sanno che adesso tutto cambia. Cambia la vita degli onesti (proliferano); degli automobilisti ( trovano parcheggio al Cavallotti e Villa Dante); dei commercianti( 47866 clienti che lasciano la bici davanti alle vetrine da spartirsi equamente); dei bambini ( giocano in piazza tra palloncini e cotillon); degli anziani ( casa Serena può chiudere: la serenità la trovano in strada, tra gente felice e appagata).

Si sussurra che gli accorintiani a breve indosseranno una divisa e orgogliosi si appunteranno una coccarda sul petto. La prima, arancione,in cromatica simbiosi con il loro “Sole”; la seconda raffigurante una bocca, aperta, che macina tra i denti un ponte.

Gli accorintiani non si riproducono tra loro: si bastano, non temono ne’ malattie, ne’morte. Hanno un Santo a proteggerli.

Ma esiste anche una sottospecie di Accorintiani, più rara ma preziosa e bella da conoscere. E’ quella composta da chi apprezza Renato per la sua storia, per quel che  ha fatto e potrà fare per la città. E’ la specie che riconosce che può esistere anche un contraddittorio. E’ la specie che preferisco.

Patrizia Vita

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