Per un giorno la new entry dell’isola pedonale ha messo a tacere le voci dei detrattori di Tares e dintorni, distraendo magistralmente la loro attenzione. L’istituzione della nuova area interdetta alle auto, ieri, ha fatto da prima donna, attirando su di sé le ire di chi, imbottigliato nel traffico, l’ha maledetta; i consensi di coloro che hanno guardato oltre le difficoltà “fenomeniche” legate ai piccoli intoppi e l’hanno salutata come importante momento di civiltà.
Insomma, sul tappeto rosso degli avvenimenti più chiacchierati, è stata la protagonista indiscussa. Il termometro dei commenti sui social network è salito vertiginosamente. Facebook, ancora una volta, ha fatto da cassa di risonanza allo stato d’animo degli utenti messinesi che si sono trovati di fronte questo grande cambiamento — “epocale” direbbe il sindaco Accorinti; sulla piattaforma virtuale si sono registrati per tutto l’arco della giornata i consensi e dissensi degli abitanti della città dello Stretto, e non solo. Mentre il Primo Cittadino — grande sostenitore dell’isola pedonale —, si è dichiarato soddisfatto di questa prima fase della messa a punto e molti hanno sottolineato come Messina fosse una fra le ultime città metropolitane a non avere ancora un’area pedonalizzata, altri hanno ribadito giustamente come nelle altre città vige un sistema di trasporto pubblico che coadiuva gli spostamenti dei cittadini, tanto da fargli preferire di lasciare a casa l’auto.
Sulle pagine dei gruppi messinesi non sono mancati commenti, video e immagini ironiche sulla serenità dell’assessore comunale ai Trasporti, Gaetano Cacciola, in merito alla riuscita dell’operazione, mentre gli automobilisti in via Maddalena e via Ugo Bassi, costretti a lunghe code, sputavano sentenze. Non sono mancati neanche coloro che hanno criticato la scelta di potare gli alberi in via La Farina proprio nel giorno fatidico dell’inaugurazione di una realtà sconosciuta a Messina; quest’estranea che per alcuni le restituirà bellezza e vivibilità, per altri rappresenta un ulteriore elemento di congestione del traffico cittadino.
Per qualcun altro ancora, finalmente, Messina potrà ora sfoderare tutto il suo fascino architettonico, impossibile da contemplare se rinchiusi nell’abitacolo di un’auto, quando si è in preda all’ “occhio che trema”, sintomo che insorge nell’automobilista spazientito, offuscandogli la vista.
Tra sostenitori incalliti, voci fuori dal coro, note ironiche, commenti adirati, dubbi e perplessità, un elemento è sembrato emergere più di altri: la speranza. Il sentimento che in fondo accomuna tutti questi pareri discordanti è che ben venga l’isola pedonale ma che sia veramente pensata in funzione di una città le cui grandi lacune nel settore della viabilità possano essere finalmente colmate. Il cambiamento necessita di un certo lasso di tempo per venire assorbito dalla quotidianità: la speranza è che l’Amministrazione faccia il possibile per rendere questa “estranea”, che ha cambiato i connotati al nostro territorio, “una di noi”.
Giusy Gerace
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