Avranno anche loro dei nonni. Ottantenni che soffrono il caldo. Che non possono muoversi come ragazzini, che a casa vivono da soli o con una moglie che ha molti acciacchi. Con figli che non possono occuparsi di loro perché vivono al Nord o lavorano a Messina e hanno poco tempo da dedicare. O con figli che nelle poche ore disponibili concedono solo un passaggio in auto o la spesa ai genitori per tutta la settimana. E il più è fatto.
Ecco perché molti pensionati hanno una sola cosa: il Centro sociale di Villa Dante. Che per loro è tutto perché se avessero i soldi vivrebbero in alberghi con l’aria condizionata sparata a mille e giorni tra luglio e agosto meno faticosi. Per loro è tutto giocare a carte da mattina a sera, con un’oretta di pausa pranzo e ritorno tra sedie di plastica e tavolini ondeggianti per aspettare il tramonto. E’ tutto riposarsi sotto gli alberi e scambiare quattro chiacchiere per ore. “Per molti ma non per tutti” diceva una pubblicità. Così un cretino, forse più cretini, ha pensato che quel tutto doveva diventare niente. Già ristretti nello spazio per i lavori infiniti al parcheggio Zaera porte e finestre del Centro sono stati il gioco notturno dei cretini. Non di ladri. Sedie e tavoli non sono state toccate (cosa farsene?) e dentro non c’è altro. Le carte arrivano da casa nelle tasche degli anziani. E allora per pura voglia vandalica hanno “distrutto” la porta d’ingresso danneggiando tutte le finestre. Come dire: “Adesso non giocate più perché dovranno riparare”.
Tanto i soldi per la manutenzione non dovranno “scucirli” i cretini. Ma tutti i “cretini” messinesi perché toccherà al Comune prelevarli dalle casse, dunque dalle nostre tasche. Anche dalle tasche dei cretini, o delle famiglie dei cretini se pagano le tasse.
La lezione di civiltà non è stata appresa da una parte di Messina che rompe, distrugge, danneggia, sporca, gode nel rendere peggiore la vita degli altri. Come a Villa Dante e in quel Centro Sociale sotto gli alberi dove ci sono quaranta carte siciliane e un po’ di fresco per fronteggiare Caronte. I cretini notturni tornando a casa avranno un nonno da rinfrescare per il gran caldo. E non pensano che lui è come uno degli anziani del Centro Sociale costretto a tornare a casa con le carte in tasca o a “lottare” per una panchina riparata. @Acaffo
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