A memoria non ricordo un solo assessore seriamente designato (stendiamo un velo pietoso sui deputati in quota negli ultimi anni della Provincia eletta) che abbia lasciato l’incarico già prima di cominciare. Salutando tutti non per motivi personali ma essenzialmente politici.
Elio Conti Nibali pur non sedendo neppure un minuto nelle “poltrone” di Palazzo ha già battuto un record. La lettera con cui ha comunicato all’amico di lunga data la rinuncia, sono trascorse appena 32 ore dalla nomina ufficiale, lascia una riflessione: Conti Nibali ha legittimato le critiche.
Ha “tradito” il pensiero politico del pacifista che nell’autunno 2012 voleva candidarsi senza partiti e simboli alle spalle ma con tremila firme della società civile. L’anarchico che vinse con il sostegno della Sinistra ma di tanto altro nel panorama politico locale non poteva raggiungere quelle cifre trasformate in migliaia e migliaia di preferenze. C’era di tutto in quella primavera 2013, Destra compresa. C’era voglia di cambiamento generale e di dare un calcio al passato.
Gli anatemi sul Conti Nibali componente del Fuan e tra i firmatari della candidatura Msi di Giovanni Davoli nel 1994 non lo avranno reso sereno.
La critica al metodo, più che al nome, di Cambiamo Messina dal Basso e a una scelta senza partecipazione nonostante l’addio per fini personali di Filippo Cucinotta che di quel movimento si è nutrito prima di abbandonare la giunta dopo meno di due anni non lo hanno stimolato.
Il termine “parentopoli” per la presenza nelle stanze che contano della cognata, il Capo di Gabinetto Silvana Mondello, che a sua volta è cugina del vicesindaco Guido Signorino lo avranno convinto che era meglio evitare.
E’ bastato questo.
Resta che Conti Nibali non ha dimostrato di voler portare avanti l’incarico forte di un curriculum degno di un ministro.
Lui sostiene che non poteva collaborare serenamente all’azione amministrativa visto che “Il buongiorno si vede dal mattino”. Intanto sono trascorsi diciotto mesi di una giunta che si è dedicata più ai bilanci che a bilanciare il piatto pesante dei problemi di una città che aspetta soluzioni visibili.
Osteggiato da una parte del pubblico, già prima di scendere in campo, il giocatore ha detto no alle indicazioni dell’allenatore tornando fiero negli spogliatoi. Offeso dal giudizio preventivo.
@Acaffo
(308)