La commedia del periodo preelettorale è già in scena, con i suoi “attori”. Protagonisti ( al voto) e comparse ( amici e parenti) sono già calati nella parte. A sipario abbassato, però, ci sarà l’inversione del ruolo. Sì, perchè vero protagonista, in dirittura d’arrivo, diventa la comparsa: l’arraffavoto. La sua è una missione che deve portare a termine entro la data prestabilita, 9 e 10 giugno, con abnegazione. L’arraffavoto agisce con la spietatezza di un killer, non lascia scampo al probabile elettore. Lo sfianca ad ogni incontro, lo “innaffia” di “santini”, gli ricorda che l’Italia è allo sbando e che lui, con quel voto, può raddrizzarne il percorso. Non c’è scampo per il votante, tranne la minore età. Diversamente è più ambìto di Belen in una caserma. Tallonato al bar, al supermercato, persino a casa se lo stalker del voto conosce il numero del fisso. L’approccio è uguale per tutti: “Ciao, come stai? Così così? Ascolta hai modo di stare benissimo, entro giugno. Un voto, un semplice voto, ti cambierà la vita”. E poi la simpatia. Gente che prima di oggi ti salutava solo se chiusa in ascensore con te, un metro per un metro di spazio condiviso, improvvisamente ti cala pacche sulle spalle, ti chiede come sta tua nonna ( morta da anni) e ti dice che “il tempo, per te, non passa mai”. Dall’arraffavoto non si salvano nemmeno i vecchi. Li “catturano” anche alla casa di riposo. Lì, tra cateteri e traverse, si “annida” il “voto strappato alla tomba”. Senza scrupoli nè religione, come si suol dire.
Una buona “riserva di caccia” ovviamente,è rappresentata da Facebook e i vari altri social network. Anche lì senza vergogna.
Eppure, tra loro, c’è chi si distingue per eleganza della ricerca, per strategìa del messaggio, e per “elevatezza” del personaggio. Senza colpo ferire, ma con l’esperienza del predicatore di razza e di spettacolo, in campo nazionale è arrivato un “grande”: Celentano!
“Se non voti ti fai del male”. Lo dice in musica, il molleggiato, che a stento, giusto per non ripetersi, non ha aggiunto “ Chi non vota non fa l’amore”. Ma, tra i temi trattati per indurre alla tentazione del voto l’elettore incazzato, l’Adriano nazionale non ha dimenticato quello del momento: il femminicidio ( che brutto questo termine). Canta infatti: “Se non voti ti fai del male/ Non più male di quei governi che abbandonano le donne/ Sono più di cento in un anno le donne che muoiono”.
Alla fine, soltanto alla fine, un chiaro indirizzo per quel voto richiesto in strofe musicali: “ Si dice in giro che fra i partiti c’è/ C’è un’onda nuova che è partita dal niente/ E come una valanga/ Sta avanzando come un ciclone/ Per abbattere il marcio della nazione».
L’augurio è che nessuno simpatizzante del Movimento 5 stelle, preso da improvvisa follia, uccida moglie o fidanzata. Almeno in periodo preelettorale.
Patrizia Vita
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