Tiano (Fnd): “Al turismo occorre strategia di spazi utili studiata a un tavolo comune”

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Da Franco Tiano, portavoce di Federazione Nuova Destra, arriva la seguente nota:

“Tanto è stato detto in questa città riguardo il turismo, ma la cosa che da tempo tendo a fare notare è che in tutte le conversazioni riguardanti la materia emerge sempre l’inconsapevolezza che il settore sia, politicamente e professionalmente, accessibile a tutti e soprattutto a chi ha viaggiato per tanto tempo, dimenticando le materie di studio Universitario e quanto maturato dai professionisti nel corso delle proprie esperienze sul campo. Spesso quest’idea la ritroviamo all’interno delle istituzioni, dove addetti al ramo continuano a procedere indisturbati sfoggiando tutta la loro inconsapevole ignoranza tecnica, pratica, psicologica e legislativa, tendente a distruggere anche quello che già esiste e che, invece, avremmo moltissimo bisogno di sostenere e valorizzare.

Il viaggiatore è un soggetto passivo nella programmazione e nella realizzazione dei processi politici e tecnici riguardanti lo sviluppo di un luogo. E’ il fruitore di un servizio preconfezionato che alla base necessita di tante fasi di costruzione, d’interessi commerciali, d’indirizzi culturali e politici. Un processo scientificamente ricercato e motivato per l’ottenimento del risultato.

Oggi a Messina ci accorgiamo che un isola pedonale, quella del Duomo, trasformata e violentata attraverso una comune chiusura degli spazi, fa produrre reddito ai commercianti soltanto durante l’alta stagione e che in conseguenza del calo repentino delle vendite nei mesi invernali molte aziende chiudono i battenti. Così come chi è stato visionario ed ha costituto delle associazioni turistiche per la gestione delle escursioni e guide, ritenendo l’attività commerciale delle agenzie di viaggio lontana dal sapere gestire questi importanti momenti, si è accorto che l’attività non può essere sorretta soltanto dai crocieristi. Si sono dovuti ricredere ed oggi soffrono le perdite dovute ai continui costi gestionali ed agli scarsi incassi realizzati in pochissimi mesi dell’anno.

Tuttavia, è vero, hanno dato un servizio importante alla politica dell’accoglienza, che avrebbero dovuto incentivare e gestire gli Enti interessati al settore, ma non essendo i benefattori degli armatori o di chi occupa poltrone senza sapere quali sia il vero ruolo in città o per l’intera provincia, si trovano costretti a dura prova, oppure a percorrere sentieri diversi e distanti dalla città.

Ecco perché continuo a dire che c’è la necessità di costituire un tavolo di lavoro comune. E’ da una rete d’interessi collettivi che deve partire la svolta, così come è soltanto dalla competenza e dal merito che possono emergere le opportune conoscenze e le necessarie politiche d’intervento utili, necessarie e funzionali allo sviluppo, imponendo una marcia diversa con il minimo sforzo e la massima redditività delle operazioni.

Altro problema, legato allo sviluppo turistico della città, è la pianificazione degli spazi utili. Ho sempre detto che la città è stata violentata, attraverso i piani regolatori che si sono susseguiti nel tempo, è stata utilizzata l’area in maniera personalistica e senza pensare alla naturale vocazione. Messina è un insieme di puzzle, dove all’interno convivono realtà tra loro discordanti ed incompatibili. Anche il centro della Città soffre molto di questa scellerata politica del favorire l’amico. Basta pensare alle officine ubicate nelle più belle piazze ed al degrado che comportano. Anche oggi con la necessità di pianifica l’area della Falce, si ipotizza uno squallido connubio tra settori, quello culturale e turistico con quello dell’industria nautica.

Ecco che prima di esporre mercanzie locali, merletti, artigianato, arte, conserve o prodotti della nostra cucina, è necessario pianificare il territorio, realizzare le strutture ed infrastrutture, costruire l’offerta, guardare i mercati e rendere il tutto appetibile al visitatore.

Quanti si sono accorti, ad esempio che il nostro Museo è stato costruito in una zona difficile per la percorribilità cittadina e quanto gioverebbe trasferire parte delle opere di pregio in luoghi più appropriati? Eppure si parla di realizzare un grande centro culturale nella vicina struttura del Margherita.

Fino a quando l’interesse politico prevarrà su quello collettivo saremo costretti a subire i cambiamenti e la nostra incidenza sociale verrà superata da un beneficio di parte legato alla realizzazione di posti d’interesse pubblico, da una gestione assistenziale e da una logica di sopravvivenza finalizzata al mantenimento di livello di vivibilità inferiore”.

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