Confconsumatori accoglie con soddisfazione un nuovo provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, recependo anche in questo caso la segnalazione inoltrata dall’associazione dei consumatori, sanziona l’impresa di recupero crediti Fire Spa con una multa da 300 mila euro.
Questa la nota dell’associazione:
“L’Agcm ha multato l’impresa di Messina per pratica aggressiva. Da tempo, infatti, per recuperare crediti inoltrava ai consumatori, per il tramite di avvocati, atti di citazione con l’indicazione fittizia della data della prima udienza, presso sedi di Giudici di Pace sistematicamente diverse da quelle territorialmente competenti e senza quasi mai procedere ad iscrivere a ruolo la causa. Su ben 4.160 di atti di citazione inoltrati solo il 3,43% riguarda citazioni instaurate presso Giudici di pace competenti e solo l’1,49% riguarda cause effettivamente iscritte a ruolo.
I consumatori destinatari degli atti di citazione ne erano immediatamente spaventati. A prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, e senza poter valutare la completezza e la correttezza della richiesta, preferivano provvedere rapidamente al pagamento dell’importo intimato, piuttosto che esporsi ad un contenzioso giudiziario. La condotta di Fire, in buona sostanza, era idonea a creare un grado di pressione psicologica tale da condizionare il comportamento del consumatore ed è perciò stesso stata ritenuta commercialmente scorretta e aggressiva.
«Il provvedimento adottato – afferma Mara Colla, Presidente nazionale di Confconsumatori – conferma, da un lato, l’efficacia della disciplina normativa in materia di pratiche commerciali aggressive a tutela dei consumatori e, dall’altro lato, l’utilità del lavoro svolto dalle sedi territoriali di Confconsumatori, che raccogliendo le istanze dei cittadini, supportano l’Autorità Garante nel raggiungimento di questi brillanti risultati».
La Fire SPA impugnerà dinnanzi al TAR del Lazio il provvedimento con il quale, il 2 settembre scorso, l’Antitrust le ha comminato la multa da trecentomila euro per “Pratica Commerciale Aggressiva”. E, nel rispetto del principio di trasparenza che da sempre contraddistingue la sua azione, chiarisce quanto segue:
“L’accusa rivolta a FIRE è che “a fronte di migliaia (4160) di atti di citazione, che risultano essere stati inoltrati su scala nazionale dal luglio 2011 all’aprile del 2013 solo una percentuale bassissima (3,43%) riguarda citazioni instaurate presso giudici di pace competenti per territorio e solo una percentuale altrettanto bassa (1,49%) riguarda le cause iscritte a ruolo”.
Viceversa – come si dimostrerà innanzi al TAR – ben l’80% degli atti di citazione complessivamente notificati da FIRE, nel periodo in questione, è innanzi al giudice competente
Per meglio comprendere la vicenda si consideri che FIRE è una Società che gestisce per conto di terzi il recupero di crediti che devono essere “certi, liquidi ed esigibili” e non “presunti”, come ritenuto dall’Autorità. L’attività svolta da FIRE non può ritenersi né aggressiva né temeraria: il consumatore-debitore non viene indotto ad adempiere la prestazione per non esporsi ad un contenzioso giudiziario, piuttosto, a quest’ultimo, consapevole della sussistenza del proprio debito, viene legittimamente richiesto di soddisfare le giuste ragioni del creditore e quindi di adempiere ad un impegno contrattualmente assunto.
La Società precisa, a tal proposito, che per politica aziendale, si ricorre alla citazione in giudizio solo quando, dopo essere venuti incontro al debitore offrendogli soluzioni di pagamento quanto più possibile favorevoli, questi continui ad essere inadempiente.
A dimostrazione di ciò, si consideri infine che, su 10 milioni di posizioni gestite nell’ultimo triennio, FIRE ha utilizzato lo strumento della notifica dell’atto di citazione in solo 12 mila casi, di cui gran parte definiti transattivamente.
Prova della correttezza dell’attività svolta è che la FIRE non ha mai subito, in conseguenza delle citazioni notificate, una condanna per risarcimento dei danni o per lite temeraria.
Infatti la FIRE prima di reclamare il pagamento del credito da parte dei debitori ha sempre cura di appurare la certezza, la liquidità ed esigibilità degli stessi e l’esistenza di tutta la documentazione contrattuale e fiscale a supporto.
Per queste ragioni, la FIRE annuncia il ricorso al TAR del Lazio avverso la sanzione comminata dall’AGCM che ha equiparato fattispecie tra loro molto diverse non ponendo distinzione tra chi agisce sulla base di un credito certo liquido ed esigibile e documentalmente provato, come la Fire, e chi, invece, lo fa sulla base, di un credito già prescritto o del tutto inesistente.
“Siamo fiduciosi- commenta il Presidente della Società dott. Sergio Bommarito- che dinnanzi al Tar verrà accertata l’osservanza da parte della FIRE di una procedura rispettosa dei diritti del consumatore e dei principi di correttezza professionale. Tuttavia- aggiunge Bommarito- la sensazione è che il protrarsi della crisi economica e il conseguente clima di tensione nel Paese stiano determinando un atteggiamento sfavorevole per i creditori, che sono tutte aziende che danno da vivere a migliaia di lavoratori e devono poter recuperare quanto a loro dovuto senza correre il rischio di essere sanzionata quando agiscono sulla base di un credito legittimamente vantato.
Il Presidente conclude “Ma a questo punto, se per i crediti certi, liquidi ed esigibili non è possibile intraprendere azioni legali che fine farà l’economia del Paese?”.
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