Cantiere Palumbo

Cantieristica navale e Punto Franco: le idee della Cub

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Cantiere PalumboIl sindacato Cub, nella nota del coordinatore Federico Magro, ha scritto una nota per il rilancio della cantieristica e l’attivazione del Punto Franco.

Questo il testo:

 

“Le gravi difficoltà della cantieristica navale ci inducono a delle riflessioni sulla zona falcata, un tempo motore di sviluppo e benessere per tutta la città. Dalla costituzione dell’Autorità Portuale, scrivente O.S. ha assistito ad un lungo e dannoso contenzioso tra l’authority e il già esistente Ente Autonomo Portuale il cui obiettivo è quello di realizzare un punto franco e favorire la vocazione industriale e commerciale  della zona falcata.

Rispondendo alle necessità degli operatori industriali della zona falcata e utilizzando fondi regionali, negli anni l’Ente Autonomo Portuale ha realizzato un bacino di carenaggio in muratura per navi di grosso tonnellaggio, ha dotato l’esistente cantiere Cassaro di una gigantesca gru a portale e ha dotato il cantiere di una piattaforma in cemento armato lunga 160 metri per 40 di larghezza ed altri 60 metri di avanscalo, ovviamente sommerso. Ha inoltre realizzato un impianto di degassifica a tutela del mare dall’inquinamento delle navi petroliere (che prima sversavano in mare); tutto ciò era considerato una delle poche strutture d’avanguardia in tutto il Mediterraneo. 

L’Autorità Portuale ha investito nella ristrutturazione e nell’ampliamento del molo Norimberga, affidandolo ad un consorzio di operatori portuali che, nella pratica, lo gestiscono in esclusiva per la società armatrice Caronte e Tourist che effettua la linea Messina-Salerno per il trasporto del gommato pesante.

L’Authority ha reso utilizzabili per le navi da crociera i moli 20 settembre, Colapesce e Luigi Rizzo. Nulla però, ci risulta aver investito per il rilancio della cantieristica, anzi, avviene il contrario. Gli operatori della cantieristica vengono gravati del pagamento di concessioni per l’utilizzo di strutture al tempo non realizzate dall’authority, ma dall’Ente autonomo Portuale con fondi regionali. Dal nostro punto di vista, ancor più grave  è stato l’aver  elaborato un piano regolatore del porto che, riparametrando le aree adibite alla cantieristica, ne sanciscono di fatto, la definitiva impossibilità di espansione. Allocando nella zona falcata strutture incompatibili con le attività industriali e commerciali, è palese a nostro dire, l’obiettivo di cambiare l’indirizzo industriale e commerciale del porto. Abbiamo quindi molte perplessità sulle finalità che persegue l’authority: incassa milioni di euro dalle concessioni demaniali tipo quelle per Villa Sabin, Baby Park, la Fiera e la Passeggiata a Mare, facendo pagare di fatto, un ticket ai cittadini per usufruire di spazi urbani che niente hanno a che fare con le attività portuali. Per una interpretazione per noi fuori da ogni logica del Decreto di Acquisizione delle Aree Demaniali, l’authority priva il comune della titolarità di dette aree, pur dovendo lo stesso provvedere all’illuminazione, manutenzione, pulizia  e scerbatura delle suddette aree e che, a nostro avviso, dovrebbero essergli restituite. Per tali motivazioni crediamo che le ingenti  risorse così reperite vadano restituite ai cittadini,  investendole per il rilancio della cantieristica navale, ristrutturando l’esistente e realizzando nuove strutture che possano realmente incentivare gli armatori ad effettuare lavori e attività nel porto di Messina, come avveniva in tempi non lontani e  prima della progressiva trasformazione del porto. Così facendo si potrebbero porre delle nuove e solide basi per il ritorno delle attività portuali quale volano di sviluppo occupazionale per tutta l a città. Inoltre riteniamo che il deleterio contenzioso con l’Ente Autonomo Portuale, che ha impedito  la realizzazione del punto franco, vada rimosso e che l’authority debba collaborare alla realizzazione del suddetto punto per non far perdere alla città l’ennesima opportunità  di uscire dal declino a cui sembra condannata per l’incapacità delle classi dirigenti che hanno governato negli ultimi decenni”.

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