La prima volta non esiste. Nessun gesto si compie pienamente la prima volta che si tenta. C’è sempre un prima del prima. I momenti preparatori, gli azzardi, gli arrancamenti, i balbettii, sono importanti come e più dell’azione stessa. La prima parola teatrale dei Maniaci d’Amore è stata – come per i neonati – una balbuzie, un suono disarticolato, qualche sillaba strillata a pieni polmoni ma con scarsa definizione. “Cosa ha detto?”, si chiedono i parenti riuniti intorno al pargolo. Il primo spettacolo dei Maniaci d’Amore non esiste. La serata del 13 dicembre, dedicata ad esso, dunque, non esiste. È una serata unica, straordinaria: quello che accadrà non lo sa nessuno – neanche loro – perché nessuno può dire con certezza cosa è successo allora. Agli inizi. Prima che il pargolo imparasse a dire “Io sono”.
Tra i primi balbettii c’è di certo la piéce Le Cose, storia di una coppia e di una casa. Un corpo a corpo comico e delirante tra un uomo e una donna che hanno deciso di non uscire più dalla loro stanza da letto, di accumulare cose, di non avere più rapporti con l’esterno e di vincere così la paura, non si capisce bene di cosa. Mentre la casa osserva, governa, comanda e punisce. E ci sarà Angeli e no, un percorso a salti nella vita di due giovani angeli.
I due, stralunate figure simili a “disadattati celesti”, hanno scelto di vivere sulla terra, stufi di amare tutto eternamente, blandamente, senza possibilità né di scacchi né di conquiste. Ci saranno questi due atti unici. Ma forse anche altro. O niente di tutto questo. In una forma inedita a metà tra la performance, il discorso libero, l’improvvisazione e la vita, i Maniaci d’Amore ci regalano tutto ciò che per loro significa “l’inizio”. La loro prima azione adulta, i loro primi pensieri, i loro primi sketch, le loro prime volte a teatro. Nel tentativo supremo di una confessione piena, senza bluff, senza finzione. Perché quando uno è davvero agli inizi non ha ancora imparato a mentire.
I “Maniaci d’amore” sono Luciana Maniaci (28 anni, nata a Messina) e Francesco D’Amore (30, di Bari). Si conosco alla Scuola Holden di Torino e iniziano a lavorare come compagnia nel 2007, appena scoprono l’alchimia dei loro cognomi. Il Nostro Amore Schifo (2009), il loro primo lavoro, ha già toccato ottanta piazze italiane. Nel 2009 hanno portato in scena, insieme a Michele Di Mauro e Anita Caprioli, un testo teatrale dei fratelli Cohen, Quasi una serata, diretto da Marco Ponti, che ha debuttato al Teatro Carignano di Torino. Sempre nel 2009 hanno curato i testi di Amleto in Palestina, con la regia di Gabriele Vacis, prodotto dall’Eti, cha ha debuttato al Teatro Valle di Roma a Novembre. Nel 2011 il loro ultimo progetto, Biografia della Peste è entrato nella Selezione del Premio Scenario e ha vinto il Premio di Drammaturgia “Il Centro del Discorso”, promosso dalle Manifatture Knos di Lecce. Attualmente sono in finale per il Premio Solinas Idee per il Cinema con un soggetto scritto con Fabio Bonfanti.
Come di consueto, prima dello spettacolo, alle 18.00, alla Laudamo, si terrà l’incontro “Prima della Prima”: protagonisti gli studenti del Dams e gli allievi dell’ActorGym. L’incontro è aperto a tutti, fino a esaurimento posti.
Anche in questa occasione verranno coinvolti gli studenti del Dipartimento di Scienze Cognitive, Studi Culturali e della Formazione protagonisti di recensioni pubblicate sul sito dell’Associazione Querelle, e diffuse via web nelle maggiori riviste di critica teatrale.
Querelle è da sempre generosamente sensibile alla formazione e per tale motivo saranno coinvolti in questo progetto anche gli allievi di ActorGym, la “palestra delle emozioni” che contribuisce a creare un valido strumento di crescita performativa ed etica. Le lezioni del laboratorio di critica, curate da Vincenza Di Vita, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Critici di Teatro e Rete Critica, darà la possibilità agli studenti di pubblicare le loro recensioni con una visibilità su riviste di critica tra le maggiori e coinciderà pertanto con il debutto della rassegna, per la quale gli studenti universitari fruiranno di abbonamenti ridotti con il contributo dell’Ersu dell’Università degli Studi di Messina.
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