Truffe nel settore turistico-alberghiero per 3 milioni di euro, denunciate 10 persone

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Ottenevano finanziamenti regionali attraverso un sistema di false fatturazioni, attraverso cui, aziende del settore turistico alberghiero della fascia tirrenica della provincia di Messina, giustificavano all’Assessorato regionale alle Attività produttive, spese in realtà mai sostenute. La Guardia di Finanza di Patti ha scoperto finanziamenti indebiti per oltre 3 milioni di euro e un giro di fatture fittizie per oltre 2 milioni e 300mila euro. Dieci persone sono state denunciate per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, reato che prevede la pena di un massimo di 6 anni di reclusione, e per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

La mente di tutto sarebbe un commercialista di Gioiosa Marea, anche lui denunciato, che assisteva tutte le imprese coinvolte nella presunta truffa. Nel corso delle indagini, le Fiamme Gialle hanno passato al setaccio la documentazione di numerose imprese fornitrici riuscendo a individuare un sistema illecito basato sull’utilizzo sistematico di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti.

I costi fittizi venivano inseriti nei progetti presentati alla Regione, per ottenere illecitamente la concessione di fondi. Significativa la scoperta di una richiesta di finanziamento che solo grazie all’intervento della Guardia di Finanza è stato possibile interrompere.

In questo caso, i documenti dovevano servire a giustificare presunti lavori di ristrutturazione edilizia, di acquisto arredi e attrezzature di un noto albergo della costa tirrenica, per i quali la società che gestisce la struttura aveva richiesto contributi per più di 2 milioni e 900mila euro.

Solo grazie ad una tempestiva ispezione si è potuto evitare che la Regione Sicilia e l’Unione Europea erogassero la cospicua somma di denaro pubblico non dovuto. Contestualmente alla società richiedente il finanziamento è stato contestato l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per  oltre 800mila euro.

In un altro caso di truffa è stata contestata l’indebita riscossione di un contributo richiesto per la ristrutturazione e il rilancio di un’attività ricettiva, per la quale il titolare della ditta, anche questa di  Gioiosa Marea, aveva presentato documenti relativi alle spese di ristrutturazione e acquisto di attrezzature specifiche per la ristorazione, sostenute soltanto in parte.

 

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