Il Tribunale condanna i fratelli imprenditori Bonaffini e Chiofalo per intestazione fittizia di beni

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I giudici della Prima sezione del Tribunale hanno condannato 4 imprenditori messinesi attivi nei settori del commercio della pesca e immobiliarista.
Si tratta del commerciante ittico e imprenditore edile, Sarino Bonaffini; del fratello Angelo, degli imprenditori edili, fratelli, Gaetano e Domenico Chiofalo. Sarino Bonaffini e Gaetano Chiofalo sono stati condannati a 4 anni; Angelo Bonaffini e Domenico Chiofalo a 3 anni e 6 mesi.

Secondo l’accusa, rappresentata in aula dal Pm Anna Maria Arena, tra gli imputati sarebbe avvenuta una intestazione fittizia di beni attraverso la cessione quote di tre società: “Pescazzurra srl”, C&B Immobiliare Srl” e “immobilitre srl”. La prima attiva nel commercio pesci, le altre due nel settore immobiliare.

E’ dell’ottobre 2013 la confisca avvenuta nei confronti dei beni risalenti ai 4 imprenditori, beni già sequestrati nel 2011.

Una confisca, disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina, da ben 450 milioni di euro. Era questa l’entità del patrimonio che, per l’accusa, i 4 avrebbero accumulato in 30 anni, con i proventi di un fiorente traffico di droga, poi reinvestiti nel settore edilizio.

Sotto confisca finirono: palazzine, ville lussose, appartamenti, bed & breakfast,ristoranti, motopescherecci, barche, auto, furgoni, società, imprese, numerosi rapporti bancari.

Un impero economico che nei 30 anni d’attività sarebbe stato realizzato a Messina, Spadafora, Giardini Naxos, San Pier Niceto, Nizza di Sicilia, esteso sino alla provincia di Roma, Castel Gandolfo.

Nel 2011, indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla DDA di Messina, avevano stabilito che l’intero patrimonio sarebbe stato accumulato con il riclaggio del denaro sporco, provento del traffico di droga del clan Mangialupi.

Nella difesa sono stati impegnati gli avvocati: Carlo Autru Ryolo, Nino Favazzo, Salvatore Silvestro, Giuseppe Donato.

Patrizia Vita

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