«Esprimo come capo-gruppo consiliare del Pd di Messina severa critica nei confronti di Renato Accorinti per l’intervento del 7 gennaio alla libreria Feltrinelli». Paolo David si dissocia e prende le distanze da Accorinti che ha definito parte della stampa “prostituta”.
«Il Sindaco ˗ dichiara David ˗ dimostra ogni giorno che passa di essere inadeguato a rivestire ruoli istituzionali. Il gratuito attacco contro organi di stampa rappresenta fatto grave se si considerano, peraltro, i modi e i toni usati. Accorinti si dimostra ingeneroso nei confronti di giornalisti a cui non si può rimproverare di non essere oggettivi. Professionisti impegnati a raccontare fatti e a esprimere opinioni nei limiti dell’esercizio del diritto di cronaca hanno subito una sorta di reprimenda infamante».
«Il Sindaco ˗ ha sottolineato ˗ manca con evidenza della serenità e della lucidità che bisogna attendersi dal primo cittadino. Accorinti vede ombre, spettri, fantasmi dappertutto. Ciò che non vede è sotto gli occhi tutti. Accorinti non vede il fallimento di una gestione. Accorinti si parla addosso e vomita veleni, strali e anatemi contro chi manifesta contrarietà e dissenso. La perplessità manifestata dal consigliere Gino Sturniolo in ordine a un piramidale movimento vertice-centrico si appalesa sempre di più. Ci si può fidare di un Sindaco così? Ciò è profondamente inquietante. In ogni caso a tutti gli organi di informazione si partecipa la nostra solidarietà».
E contro Accorinti si esprime anche il Pdr, che cita quanto affermato dal giornalista Walter Lippman: «La libertà di stampa non è un privilegio, ma una necessità organica all’interno di una grande società. Senza critiche e articoli affidabili e intelligenti, il governo non può governare. Poiché non c’è altro modo adeguato per mantenersi informati su ciò che la gente del paese sta pensando e facendo e volendo».
«Abbiamo già stigmatizzato il comportamento del primo cittadino ˗ scrive in una nota il coordinamento del Pdr di Messina ˗ che, nel corso di una conferenza stampa, aveva attaccato “certa stampa”, evidenziando come si stava meglio quando si stava peggio. Oggi, con più forza, registriamo la nostra vicinanza a tutti quei giornalisti moderati che con dignità desiderano svolgere la loro professione in piena libertà. Perché la libertà di stampa è buona sempre: quando conviene e quando, a volte, purtroppo non conviene!».
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