Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Filicudi hanno sgominato una banda di giovani che operava sull’isola e che, negli scorsi anni, aveva creato un allarmante clima di intimidazione.
I militari dell’Arma, a chiusura delle indagini, hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Alessandro Virgona, 23 anni, residente ad Alicudi, trasferito al carcere di Gazzi, Matteo Taranto, 27 anni, e Maurizio Virgona, 23 anni, entrambi residenti ad Alicudi e sottoposti a divieto di dimora in tutte le isole Eolieper estorsioni ai danni di ditte edili e produzione e spaccio di stupefacente.
Secondo gli inquirenti, a guidare questi giovani c’era il 41enne Salvatore Taranto (noto come “Spirito”) già noto alle Forze dell’Ordine e sottoposto agli arresti domiciliari.
I membri del gruppo, in concorso tra loro – è scaturito dalle indagini – , nel gennaio-marzo 2013 si erano resi responsabili di ripetute estorsioni ai danni di due imprenditori edili di Alicudi, attraverso danneggiamenti e minacce finalizzate a ottenere delle assunzioni pilotate e in un caso a far cedere la titolarità dell’impresa a una terza persona.
In particolare, avevano danneggiato un cantiere che si occupava del rifacimento e la cementificazione di una strada ad Alicudi e un altro addetto alla ristrutturazione della locale centrale Enel. In particolare, i giovani avevano lanciato grossi sassi sulla colata fresca di cemento della strada e scaraventato in un precipizio una betoniera. Danni compiuti – sempre a detta degli investigatori – con chiare finalità intimidatorie e ritorsive.
Il gruppo pretendeva dalle ditte edili, in alcuni casi, che chiudessero battenti cedendo i loro clienti a ditte “amiche”, in altri casi, che utilizzassero i loro mezzi per il trasporto dei materiali, addirittura imponendo l’uso esclusivo dei loro muli. Questi lavori, che il gruppo voleva indebitamente acquisire, sarebbero stati effettuati “totalmente in nero” e a un prezzo molto più alto. In una circostanza, la banda ha preteso da una ditta edile che rinunciasse ai lavori per poi eseguirli come “ditta dipendente” del gruppo e in nero.
Oltre a “controllare” il business dell’edilizia sulla piccola isola, Alessandro Virgona e Salvatore Taranto gestivano anche una coltivazione di piante di cannabis indica dalla quale ricavavano la marijuana che poi sarebbe stata spacciata in tutto l’arcipelago.
Nel giugno 2012, infatti, i Carabinieri di Filicudi, in una zona particolarmente impervia di Alicudi, raggiungibile solo dopo ore di cammino a piedi, avevano rinvenuto una vera e propria piantagione di cannabis indica con tanto di impianto di irrigazione. All’epoca le piante furono sequestrate ma, inizialmente, a carico di ignoti.
Con la chiusura indagini e l’esecuzione delle misure cautelari ad Alicudi il cerchio si chiude.
(354)