Il CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) ha rigettato il ricorso in appello proposto dal Raggruppamento Alfano (oggi in Curatela fallimentare), e ha confermato integralmente la sentenza del TAR di Catania, del 2015.
La controversia è datata 2002, quando l’impresa “Alfano Emilio” S.p.A., con sede legale in Arzano (Na), avanzò al Comune di Messina proposta di progetto finanziario per la concessione di costruzione e gestione dell’ampliamento dei cimiteri comunali. La “Alfano” era capofila di un raggruppamento comprendente varie altre imprese, di cui veniva dichiarato il pubblico interesse.
Poiché il Comune riteneva incompleta la procedura – come confermato successivamente in una relazione inviata a Luigi Croce – al tempo Commissario Straordinario del Comune di Messina – dai legali che lo hanno assistito in tutte le fasi del giudizio, Aldo Tigano e Mariangela Ferrara, il Raggruppamento Alfano instaurava un contenzioso dinanzi al Giudice amministrativo. Il giudizio si è svolto in varie fasi. Nella prima fase, il Comune risultava soccombente, avendo il TAR dichiarato, prima che il Comune si costituisse in giudizio, “l’illegittimità del silenzio serbato sull’istanza di adempimento della presunta aggiudicazione realizzatasi a favore del Raggruppamento Alfano”.
Il C.G.A. riformava la pronuncia ma dichiarava che l’obbligo del Comune di procedere all’aggiudicazione costituiva esecuzione di giudicato. Tale pronuncia, però, a seguito di una più approfondita esposizione, da parte dei legali, degli argomenti giuridici che avevano caratterizzato la vicenda, è stata ribaltata, prima dal TAR di Catania, anche alla luce dei nuovi contributi istruttori provenienti dagli uffici interessati, diretti a far valere la presenza di errori procedurali e la mancanza (almeno attuale) dell’interesse pubblico all’aggiudicazione totale delle aree cimiteriali; e poi dal CGA, che ha pienamente confermato il diritto del Comune di rivedere il proprio operato, e quindi la piena legittimità delle operazioni di revisione compiute dall’Amministrazione attiva e dagli uffici dei settori interessati.
Gli ultimi interventi del Giudice amministrativo hanno pertanto confermato l’esame critico dell’Amministrazione comunale sull’operazione del progetto finanziario ed hanno evitato al Comune una condanna risarcitoria per oltre dieci milioni di euro.
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