Dieci condanne per i disordini scoppiati fuori dallo stadio “San Filippo”, al termine del derby tra Messina e Reggina, il 30 maggio 2015. Lo ha deciso il giudice monocratico Letteria Silipigni, che ha inoltre accordato la messa alla prova ad altri dieci ultras.
Le dieci condanne, otto con il rito ordinario e due con il rito abbreviato, oscillano da 8 mesi a un massimo di 3 anni e 6 mesi. Violenza e resistenza a pubblico ufficiale, le accuse contestate a vario titolo. La pena più grave, 3 anni e 6 mesi, è stata inflitta a Marco Antonelli, minori le altre condanne, con pena sospesa, per Tyrion De Francesco, Sergio Di Giacomo, Antonino Casablanca, Benito Mangraviti, Marcello Papandrea, Marco Peschiera, Massimiliano Vernuccio. Per loro rito ordinario. Rito abbreviato, invece, per Giuseppe Costa e Carmelo Delia.
Il giudice ha anche applicato la pena accessoria per due anni del divieto di accesso nei luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive, in particolare nelle partite di calcio dell’Acr Messina, con l’obbligo di presentarsi alla polizia durante lo svolgimento di queste manifestazioni.
La rabbia dei tifosi messinesi, per il deludente risultato che sancì la retrocessione della squadra giallorossa, scoppiò a fine partita. Un gruppo di ultras muniti di spranghe, cinture, pietre e petardi fecero scoppiare i disordini fuori dallo stadio San Filippo. Cordoni di polizia impedirono che gli ultras raggiungessero il rettangolo di gioco e la tribuna centrale, poi l’area tecnica dell’impianto riservata agli addetti ai lavori, alle due squadre di calcio e alle rispettive dirigenze. Ci fu anche un tentativo, andato a vuoto, di prendersela con i pullman dei circa 700 tifosi della Reggina Calcio che, scortati dalla polizia, si stavano imbarcando dal porto di Tremestieri per tornare a casa.
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