Dalle 12,30 è ferma la navigazione privata sullo Stretto. Se di mattina lo sciopero è stato a “singhiozzo”, a bordo dei traghetti Caronte-Tourist, e si vedeva già un inizio di coda agli imbarcaderi, è bastato arrivare alle 13,00, perchè la rada San Francesco fosse già colma di auto. Un’attesa di quasi due ore, al momento, per chi vuole salire a bordo di un traghetto privato. Ore che potrebbero anche aumentare. Se la protesta dovesse essere totale, infatti, si registreranno code anche sul viale della Libertà, per chi transiterà in zona. La protesta, iniziata alle 7,15, ha visto comunque a metà mattinata due navi bidirezionali fare spola tra Sicilia e Calabria attenuando i disagi degli automobilisti. La manifestazione è stata indetta dal sindacato autonomo Fima FastConfsal. Nel primo pomeriggio il cambio turno dei marittimi sta già provocando il primo fermo dei traghetti. Secondo l’organizzazione sindacale i vertici dell’azienda vorrebbero ridurre il personale a bordo dei traghetti da 18 a 15 dipendenti che produrrebbe una decurtazione dello stipendio del 20%. In una nota Caronte & Tourist sottolinea di non essere responsabile dei disservizi che deriveranno dalla sospensione dei collegamenti tra Messina e Villa San Giovanni, la società porge egualmente le proprie scuse alla cittadinanza ed all’utenza per i disagi che l’astensione dal lavoro del personale addetto produrrà alla mobilità”. Per l’azienda privata lo sciopero non sarebbe legittimo perché non avrebbe seguito le procedure ordinarie per l’indizione delle proteste. Lo sciopero terminerà alle 7,15 di domani. Va segnalato che agli imbarcaderi delle navi RFI non c’è, ovviamente , nessuna coda. Ma tutti sono in fila alla Caronte. Misteri della vita!
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