Quattro arrestati, 54 denunciati con obbligo di firma e 23 semplicemente denunciati. L’accusa è falso ideologico e truffa aggravata allo Stato. Reati commessi assentandosi dal lavoro per parecchie ore al giorno e fingendo di esserci con la complicità di colleghi che timbrvano il badge in entrata. Reati commessi da 81 dipendenti dell’ IACP di Messina. 81 su 96. Una percentuale altissima di assenteisti, scoperti dalla Guardia di Finanza che lo scorso febbraio, per 35 giorni, ha monitorato, pedinato, accertato quanto accdeva nella sede dell’istituto autonomo case popolari. Impiegati che abbandonavano le loro scrivanie per stazionare al bar, per fare shopping, per sbrigare faccende personali. Tutto filmato: spostamenti e complicità dei colleghi. Le telecamere di sorveglianza, infatti, poste all’interno dell’Iacp,in entrambi gli ingressi, mostrano inpiegati che “passano” tre- quattro tesserini identificativi alla volta. Per favorire i “compagni di truffa”. Per essere, a loro volta, favoriti la volta seguente. 35 giorni di “intrallazzi” con il badge hanno fatto scattare le 4 ordinanze cautelari, richieste dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto procuratore Antonio Carchietti.Hanno fatto scattare anche ben 77 denunce. Stamani, all’Iacp, c’era l’appello per tutti coloro cui è stato notificato il provvedimento. Il colonnello Vellucci, comandante provinciale della Guardia Di Finanza, ha sottolineato come, l’accertato assenteismo di un tale numero di impiegati, inevitabilmente si ripercuota sull’attività d’istituto. I ritardi nella realizzazizone di case popolari, tanto attese da famiglie che vivono in abitazioni fatiscenti, sono certamente riconducibili anche a simili illeciti comportamenti.Per i quattro arrestati, Salvatore Cicero, Eugenio La Bella, Gaetano Sidoti e Antonino Novak, il gip Monica Marino ha disposto gli arresti domiciliari. Sono i quattro che, più di ogni altro, hanno “collezionato” ore di assenza dal lavoro, e più di ogni altro hanno favorito i colleghi, timbrando i badge al posto loro. Sono i quattro che hanno accumulato ore di assenza, in un mese, variabili dalle 50 alle 90. Rischiano, oltre al posto di lavoro, una condanna da uno a 5 anni di reclusione. Dovranno anche risarcire il danno patrimoniale prodotto all’istituto. L’hanno chiamata operazione “Badge sicuro”
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