Ci sono anche tre messinesi tra i deputati regionali che la Corte dei Conti ha condannato, in appello, al pagamento di 11 milioni 882mila 862 euro. Si tratta di Santi Formica, Antonio D’Aquino e Carmelo Lo Monte, che rientrano tra i 17 in carica tra il 2005 e il 2006.
La sentenza è frutto di una indagine della magistratura contabile, scaturita dallo scandalo Sise, inerente l’assunzione di 1200 persone durante una campagna elettorale. Amministrativi, autisti e barellieri, che allungarono la lista degli assunti al servizio di soccorso del 118 in Sicilia.
A pagare alla Regione Siciliana l’ingente somma di 729 mila 877,88 euro ciascuno: l’ex presidente, oggi detenuto a Rebibbia per una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, Totò Cuffaro; Francesco Cascio, ex presidente Ars, oggi deputato; gli ex assessori Antonio D’Aquino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Francesco Scoma; i componenti della commissione Ars Giuseppe Arcidiacono, Giuseppe Basile, Giancarlo Confalone, Salvatore David Costa, Nino Dina, Santi Formica e Angelo Moschetto.
Gli ex assessori Michele Cimino, Fabio Granata, Carmelo Lo Monte e Innocenzo Lentini dovranno invece sborsare 598 mila 612,38 euro a testa.
Lo scandalo Sise risale al 2005, quando la Giunta Cuffaro approvò il potenziamento del “118” con l’aggiunta di due soccorritori ad ambulanza (da 10 a 12) e l’acquisto di 64 nuove ambulanze (la convenzione con la Croce Rossa ne prevedeva quasi la metà in servizio). A gestire il tutto era la Sise, società interamente partecipata dalla Croce Rossa Italiana. Secondo la Corte dei Conti, il provvedimento di potenziamento del 118 (uomini e mezzi) non avrebbe avuto, in quel periodo, “esigenza funzionale”. L’esubero di personale al servizio di emergenza, inoltre, avrebbe consentito – a detta della magistratura contabile – l’assunzione di precari della Sise e corsisti Ciapi, l’ente di formazione recentemente finito sotto indagine.
Il servizio del 118 è costantemente monitorato dalla Corte dei Conti. Qualche numero in bilancio ne spiega l’attenzione: se nel 2002 i costi erano di 9 milioni di euro nel giro di poco più di 7 anni si sono quasi decuplicati raggiungendo, nel 2009, 87,5 milioni di euro.
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