Ancora uno sbarco a Messina. 225 uomini, donne e bambini sono stati accolti e rifocillati ieri mattina, al molo Marconi. Dopo i rilievi fotografici ed aver declinato le proprie generalità, i migranti sono stati accompagnati presso i centri d’accoglienza cittadini. La Squadra Mobile messinese ha poi continuato a lavorare per riuscire ad individuare chi era alla guida dei due diversi gommoni individuati e soccorsi dalla nave militare irlandese L.E. Niamh il 22 ed il 23 agosto scorsi.
Stavolta i racconti di chi ce l’ha fatta arrivano per lo più dalla Nigeria, dal Gambia e dal Senegal. Spesso emerge l’inquietante presenza di Boko Haram e la conseguente necessità di scappare in ogni modo dalla terra d’origine per salvarsi la vita. Viaggi funambolici lunghi mesi, a volte anni; rifugi di fortuna, lavori saltuari fino all’accordo per raggiungere l’Italia. 300 euro in media è il prezzo pagato stavolta. La prassi della sosta per più giorni in capannoni, dove i migranti in attesa di partire sono rinchiusi e controllati a vista da uomini armati, è stata rispettata anche in questa occasione.
Poi calci e pugni affinché tutti salgano sulle differenti imbarcazioni. Un’unica raccomandazione: “Non giratevi mai e guardate avanti”. E quindi la traversata lunga giorni senza cibo, acqua e salvagente.
Al momento sono due le persone individuate dagli investigatori della Mobile come responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono IBRAHIM Sulfyman, nato in Ghana il 02.06.1963 e YEBOAH Francis, nato in Nigeria il 27.06.1997. Altre due persone sono state deferite in stato di libertà per il medesimo reato. Uno dei due ha 17 anni.
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