Nigeria, Eritrea, Somalia, Ghana e Zambia. Questi i paesi d’origine dei 122 migranti che sabato scorso sono sbarcati sul molo Marconi, dopo essere stati soccorsi nel canale di Sicilia dalla nave militare inglese “Protector”.
Una volta espletate le prime operazioni di accoglienza i migranti sono stati accompagnati nei centri di accoglienza cittadini.
L’immediata attività investigativa svolta da personale della locale Squadra Mobile ha consentito di individuare e sottoporre a fermo di P.G. lo scafista, si tratta del senegalese Mohammed Lamine Amadou, di 23 anni.
Anche stavolta sono state le tante testimonianze raccolte che hanno consentito di individuare il responsabile della traversata.
Alcuni migranti hanno raccontato che, dopo anni di lavoro in Libia, per scappare dalla guerra hanno deciso di lasciare il paese alla volta dell’Italia.
Gli stessi, dopo aver pagato circa 1200 dinari libici ed aspettato circa una settimana in una foresta fuori Tripoli, nella notte del 17 settembre, dopo avere camminato per un paio d’ore hanno raggiunto una spiaggia dove sono stati imbarcati su un gommone poi soccorso.
L’arrestato si trova ora nel carcere di Messina-Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, e dovrà rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nell’ambito dei servizi straordiniari predisposti dal Compartimento Polfer per la Sicilia a tutela del trasporto ferroviario, nei giorni scorsi, i poliziotti del Posto di Polizia Ferroviaria di Taormina hanno rintracciato tre minori di nazionalità eritrea, a bordo di un Intercity diretto a Roma.
Ai tre giovani, che si erano allontanati da uno dei centri di accoglienza di Messina, è stata garantita ospitalità presso una comunità sita nel comune di Mascali (Ct).
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