Saccheggiarono ristorante rubando vini per 40mila euro. Arrestati – VIDEO

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Sono scattati all’alba gli arresti, effettuati  dai Carabinieri di Taormina in collaborazione con quelli di Paternò, nei confronti di   Salvatore Santangelo, 44 anni, di Adrano, Alfio Petralia e Antonino Nicosia, rispettivamente di 48 e 26 anni, entrambi di Biancavilla (CT). L’accusa è di furto aggravato in concorso e tentata estorsione in concorso.

I fatti risalgono al maggio del 2016, quando tre persone con il volto coperto da passamontagna,  si introdussero di notte nel noto ristorante taorminese “Tiramisù”, danneggiando i sistemi d’allarme e di videosorveglianza e il lucchetto d’ingresso, e poi portarono via dal locale circa 200 bottiglie di vini pregiati, per un valore di circa 40mila euro.

Nell’ambito dell’operazione “Tiramisù”, dal nome del ristorante preso d’assalto, gli uomini dell’Arma scoprirono l’estrema violenza con la quale il furto era stato messo a segno: la vetrina posta a protezione di vini  completamente in frantumi, il sistema d’allarme sradicato dal muro e lanciato all’interno di un bidone contenente dell’acqua, per essere messo fuori uso, il lucchetto e la porta laterale sinistra rotti. Tutto il locale  era stato completamente messo a soqquadro e quasi distrutto.

Ma i responsabili del furto non si limitarono solo a distruggere il locale e rubare i vini, ma andarono oltre chiedendo al proprietario il pagamento di un riscatto per riavere la merce. In caso contrario avrebbero distrutto l’intera refurtiva.  In sostanza, secondo gli investigatori, Santangelo, Petralia e Nicosia applicavano la  formula del “cavallo di ritorno” che in questo caso colpiva uno dei settori tipici della cittadina ionica, ovvero la ristorazione di qualità.

Le indagini hanno permesso individuare in Santangelo il mandante del colpo, mentre gli altri erano stati materiali esecutori:  Petralia in particolare, era il palo e l’ autista dell’auto utilizzata per caricare e trasportare la refurtiva,.

Dopo l’arresto, Santangelo è stato rinchiuso nel carcere “Piazza Lanza” di Catania, mentre a Petralia e Nicosia sono stati concessi gli arresti domiciliari.

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