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Rubano uno scooter a Torre Faro, scappano in spiaggia e cercano di confondersi tra i bagnanti

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Rubano uno scooter e si danno a una rocambolesca fuga tra Torre Faro e Sant’Agata, dove si spogliano per cercare di confondersi tra i bagnanti, ma vengono beccati e arrestati per furto aggravato dalla Polizia di Stato di Messina. Ecco cos’è successo.

Hanno 32 e 18 anni i messinesi arrestati dai poliziotti delle Volanti impegnati nel controllo del territorio. Il reato contestato è furto aggravato in concorso, nello specifico il furto di uno scooter sottratto qualche giorno fa, intorno alle 17.00, dalla pubblica via, in località Torre Faro e portato via “a spinta”, servendosi di un altro ciclomotore.

Sorpresi da un cittadino che ha dato l’allarme alla Sala Operativa della Polizia di Stato, i due vistisi scoperti hanno abbandonato il mezzo trafugato e sono scappati a bordo dell’altro ciclomotore in una pericolosa quanto inutile corsa conclusasi in località Sant’Agata quando, dopo una brusca frenata, sono finiti a terra mentre lo scooter impattava contro un’autovettura.

Non paghi, nel tentativo di guadagnare l’impunità, il trentaduenne ed il diciottenne, con precedenti penali specifici, si sono dati ancora una volta alla fuga raggiungendo la vicina spiaggia: lì si sono velocemente spogliati sperando di potersi confondere tra i bagnanti.

Nonostante il vano tentativo di fuga, mai persi di vista dall’utente costantemente in linea con la Sala Operativa della Questura, sono stati raggiunti e bloccati dai poliziotti delle Volanti intanto sopraggiunti.

Dopo le formalità di rito, gli agenti hanno proceduto all’arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, alla sottoposizione di entrambi agli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo.

Lo scooter rubato, intanto, è stato riconsegnato al legittimo proprietario; quello utilizzato per guadagnarsi la fuga, riconducile a uno dei due arrestati, sottoposto a sequestro amministrativo poiché sprovvisto di copertura assicurativa, revisione periodica e carta di circolazione.

Si precisa che, in ossequio al principio di non colpevolezza e fino a sentenza di condanna passata in giudicato, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse degli indagati.

FONTE: Questura di Messina

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