Rifiuti abbandonati e poi sepolti nell’alveo del torrente Mili: è questa la scoperta fatta ieri dalla Polizia Municipale di Messina nel corso dell’attività investigativa che ha portato alla luce diversi illeciti e condotto al sequestro di parte dell’area.
Nel corso dei controlli, la sezione di Polizia Specialistica della Polizia Municipale, diretta dal Comandante Vicario, Commissario Giovanni Giardina, ha rinvenuto le tracce di alcuni mezzi che hanno consentito non solo di ritrovarli (occultati in zona in attesa di essere riutilizzati) ma anche di risalire al proprietario. Dalle ricostruzioni degli agenti si è scoperto che la ditta in possesso dei mezzi li utilizzava per scaricare illecitamente rifiuti nel torrente Mili per poi ricoprirli e spianare il terreno.
A fornire tutti i dettagli è stato il sindaco di Messina Cateno De Luca che ha poi aggiunto un particolare: «Si è accertato – ha scritto il Sindaco – che i rifiuti abbandonati nel torrente provenivano dai lavori di demolizione di uno dei padiglioni dell’Ospedale Piemonte. Tali rifiuti oggetto dei lavori di demolizione venivano presi in carico in modo regolare con la compilazione del relativo formulario. Ma una volta affidati alla ditta in questione, venivano abbandonati nel torrente di Mili causando un gravissimo inquinamento ambientale». Per il proprietario è scattato l’immediato sequestro dei mezzi. La Municipale ha provveduto, inoltre, ha porre i sigilli sull’area.
Ma l’attività investigativa della Sezione Specialistica è proseguita e ha portato al ritrovamento di un deposito di rifiuti, situato nei pressi dell’alveo del torrente di Mili (tra il villaggio di Mili San Marco e quello di Mili San Pietro) e autorizzato solo in parte per l’attività che svolgeva. Per tutta l’area è stata accertata la totale inosservanza delle prescrizioni dettate dalla relativa autorizzazione ambientale.
Di conseguenza, una superficie di 20 metri cubi dell’alveo del torrente Mili è stata posta sotto sequestro, così come i mezzi utilizzati per lo sversamento dei rifiuti, una pala meccanica ed un camion da cantiere. Inoltre due persone verranno deferite all’Autorità Giudiziaria, perché ritenute responsabili dell’inquinamento ambientale e dell’attività abusiva di deposito e trattamento dei rifiuti.
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