Andrei Cristy Brbuta aveva nove mesi. Era il figlio di una giovane coppia di romeni che da anni lavora e vive a Falcone.
Andrei è morto mercoledì pomeriggio al Policlinico di Messina, dove era stato trasferito d’urgenza dall’ospedale di Patti.
I genitori lo avevano portato lì, al pronto soccorso, lunedì mattina perché il bambino manifestava una forma di “dissenteria”.
Dopo essere stato visitato, secondo il racconto dei genitori, è stato ricoverato al reparto di Pediatria. Andrei, dopo le cure, nel pomeriggio è stato dimesso con una semplice prescrizione: un integratore dietetico e la tachipirina in caso di febbre.
Ma il giorno dopo, sempre secondo i familiari, le condizioni del bambino sono peggiorate e la febbre ha superato i 38 gradi. Dopo un leggero e temporaneo miglioramento le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate, tanto da spingere i genitori a presentarsi nuovamente al pronto soccorso.
Il bambino è stato ricoverato in Pediatria ma, nonostante le cure, non si sono visti i miglioramenti sperati.
Solo dopo le 10,30 di mercoledì, in seguito ad una radiografia all’addome, i medici rilevano un aggravamento delle condizioni tale da disporre l’immediato trasferimento in Terapia intensiva pediatrica al Policlinico. Andrej morirà poche ore dopo, intorno alle 17.
I genitori hanno presentato una denuncia ai carabinieri di Patti. L’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore di Messina, Antonella Fradà, che ha disposto l’autopsia.
Al momento non ci sono indagati, ma è facile supporre che a breve ci saranno se sul corpo del piccolo Andrei dovrà essere effettuata l’autopsia. In quel caso, trattandosi di accertamento unico irripetibile, è necessario che tutte le persone coinvolte nell’inchiesta possano essere rappresentate legalmente.
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