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Rapina alla Carige. Due i clienti in ostaggio. Un rapinatore spara agli agenti. E c’è chi lo ha difeso insultando i poliziotti. L’amarezza del questore

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gugliottaLa Polizia chiarisce la dinamica della rapina avvenuta stamani ai danni della banca Carige di viale San Martino. Notizie frammentarie, infatti, si erano accavallate nella tarda mattinata, quando si era saputo che i due rapinatori avevano preso in ostaggio un bambino nel tentativo di garantirsi la fuga, visto il tempestivo intervento degli agenti della sezione Volanti. Sono occorse ore per sapere, invece, che gli ostaggi erano due ed erano adulti: un ragazzo e una donna, e che uno dei rapinatori è già in carcere. Per il secondo è in corso l’identificazione.
Questa la ricostruzione fornita dalla Polizia.
Alle 12.40 circa di questa mattina, due uomini, travisati da passamontagna e casco,armati di pistola, hanno fatto irruzione nei locali della banca Carige di Viale San Martino. Hanno immobilizzato la guardia giurata che si trovava all’ingresso della banca, sottraendogli l’arma d’ordinanza. Mentre uno dei due teneva sotto tiro il vigilantes, l’altro ha tentato di farsi aprire il caveau. E’ temporizzato, quindi ha dovuto desistere ed accontentarsi di quanto contenuto in cassa, novemila euro. Il tutto mentre il complice puntava la canna della pistola alla tempia del vigilantes. Nel frattempo è giunta sul posto la motovolante in servizio di controllo antirapina, allertata da segnalazione giunta in Sala Operativa.
Al momento di uscire dalla banca, i due rapinatori, visti gli agenti, hanno preso in ostaggio due clienti che si trovavano in banca. Uno dei malviventi, facendosi scudo con una donna, è riuscito a fuggire portando con sè il bottino. L’altro, facendosi scudo con un giovane, è fuggito verso via Siracusa. Inseguito dai poliziotti, si è liberato dell’ostaggio ed ha esploso un colpo d’arma da fuoco contro gli agenti. Non è andato molto lontano: lo hanno catturato poco dopo, mentre tentava di nascondersi all’interno del cassone di un camion. Manette per Giuseppe Trischitta, 53 anni, messinese, già con precedenti penali. Successivamente è stato recuperato il casco, il passamontagna, la pistola (una 7.65 semiautomatica con matricola abrasa), e l’arma sottratta alla guardia giurata.
Le accuse per Giuseppe Trischitta sono: rapina aggravata, sequestro di persona, tentato omicidio e porto abusivo di arma clandestina. .
Una rapina compiuta con metodo, quella di oggi, con modalità cinematografiche: ostaggi,inseguimenti,sparatorie e cattura del “cattivo”. Un particolare, però, diversifica la realtà messinese dalla scena di un film: l’atteggiamento di alcuni cittadini. Stupito, amareggiato, il questore Carmelo Gugliotta, nel pomeriggio in conferenza stampa, ha sottolineato il comportamento di un gruppo di persone presenti all’arresto di Trischitta: insultavano, inveivano contro gli agenti impegnati nella cattura. Due poliziotti contro i quali il rapinatore aveva anche esploso un colpo di pistola. Già identificato uno tra loro, sarà denunciato per oltraggio e favoreggiamento. “Fortunatamente, è un caso isolato. Messina non è così”- Ha concluso il questore.

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