Protesi d’oro: medici del Policlinico rinviati a giudizio

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policlinico bella per nuovoIl Gup Monica Marino ha rinviato a giudizio i 3 medici del Policlinico finiti ai domiciliari nel giugno 2016, nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Protesi d’oro’. Si tratta di Letterio Calbo, Enrico Calbo, (figlio di Letterio) e Massimo Marullo. Il primo è l’ex direttore del Reparto di Endocrinochirurgia del Policlinico, il secondo, è un ex specializzando, il terzo, ex vicedirettore. Tutti dello stesso reparto.I tre medici furono accusati di certificare tumori per giustificare interventi di chirurgia estetica e ne intascavano i proventi.
I reati contestati sono, in concorso tra loro, falso materiale e falso ideologico commesso dal Pubblico ufficiale, peculato e truffa aggravata, consumati nell’esercizio delle loro funzioni di dirigenti medici dell’A.O.U. di Messina, tra il 2011 e il 2013.

Le indagini della Sezione di Polizia Giudiziaria furono avviate nel giugno 2013 a seguito di segnalazione pervenuta dalla Direzione Generale del Policlinico (parallela ad attività ispettiva interna che aveva dato luogo a delle sanzioni disciplinari), in ordine ad anomalie riscontrate in alcuni interventi eseguiti nel periodo 2012-13.

Secondo l’accusa, i medici indagati avrebbero eseguito, a partire dal 2011, tutta una serie di interventi chirurgici praticati al Policlinico.

Per gli inquirenti dissimulavano interventi di chirurgia estetica additiva (mastoplastica), certificando l’esistenza di patologie oncologiche, di origine traumatica e/o malformativa; in alcuni casi si era poi reso necessario un secondo intervento per la sostituzione delle protesi difettose, in precedenza impiantate da Marullo e da Enrico Calbo, il quale, pur essendo ancora uno specializzando, operava insieme a Marullo o in autonomia.

Veniva inoltre- sempre a detta dell’accusa – alterata la documentazione clinica, e questo sarebbe stato compito di Letterio Calbo, nella qualità di direttore del reparto di Endocrinochirurgia.

Alle pazienti- sempre secondo accusa- veniva richiesto il pagamento delle protesi impiantate, per importi di qualche migliaio di euro, che i medici intascavano omettendo, però, di dichiarare all’azienda sanitaria sia il compenso ricevuto che l’impiego di una protesi diversa da quelle in uso alla farmacia del Policlinico, violando, così, il protocollo sanitario. Violazione resa possibile grazie all’apposizione sulle cartelle cliniche di etichette non corrispondenti a quelle delle protesi impiantate.

Ma al danno economico arrecato all’azienda dal mancato versamento delle somme corrisposte dalle pazienti, si aggiungeva anche l’uso regolare di sale operatorie e apparati della struttura pubblica.

Oggi, per i tre medici il rinvio a giudizio.

Patrizia Vita

 

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  1. Speriamo che la Dott.ssa Marino da buona figlia…faccia ed esprima piena luce al cospetto.degli.utenti cittadini purtroppo.figli di.questa società malata dove medici.e presunti.tali arrecano danni morali.e fisici oltre le penali personali ma le meritano tutte e, che siano gravose per i soggetti sia economicamente innanzitutto e di seguito giuridica !!!

    1. Scusa RER ma non si capisce una mazza di quello che scrivi, esprimiti in italiano la prossima volta.

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