Il processo scaturito dall’inchiesta sull’Atm, avviata dalla Procura di Messina alla fine del 2011, è giunto alla tappa delle richieste di condanna: il Pubblico Ministero Federica Rende ha chiesto un totale di quasi 15 anni di reclusione per 7 imputati.
In particolare, il Pm Rende ha chiesto la condanna a 2 anni e 10 mesi per l’ex direttore generale dell’Atm, Claudio Conte; 2 anni per
Giuseppe Lampi, ex responsabile dell’ufficio Ced; 2 anni e 3 mesi per Francesco Lisa; 2 anni e mezzo per Salvatore Orlando; 2 anni e 3 mesi per Salvatore Zaccone; 1 anno e 6 mesi per Giovanni Carpita; 1 anno per Vincenzo Maimone.
Nel 2011, ad avvio inchiesta, erano 17 gli indagati, tutti dirigenti e funzionari dell’azienda di trasporto pubblico messinese. A vario titolo furono accusati di truffa aggravata in concorso, falso materiale e falso ideologico, e vari altri reati ipotizzabili in ambito pubblico.
La Procura, al tempo, sospettò che l’Atm avesse avviato una truffa ai danni della Regione e dell’Agenzia delle Dogane. L’azienda messinese – secondo l’accusa – avrebbe ottenuto dai due organismi maggiori contributi pubblici, sulla scorta di documentazione riportante importi gonfiati relativi al consumo di carburante degli autobus: attestavano più lunga percorribilità dei mezzi di trasporto pubblico.
L’inchiesta aveva stabilito che nel 2003 la Regione aveva erogato un maggiore contributo pubblico, vale a dire 3 milioni 905 mila 268 euro, indebitamente percepito – sostenne l”accusa – dall’azienda per pagare ai dipendenti un elevato e ingiustificato numero di ore di straordinario lavorativo e di consentire alla maggioranza dei dipendenti Atm, in totale circa 600, un’indennità mensile di 155 euro, chiamata “premio corse”.
Nello stesso anno, poi, anche l’Agenzia delle dogane, aveva erogato all’Atm più del dovuto alla voce “carburanti”. Sulla scorta di un consumo che l’accusa sostenne falsamente presentato, l’azienda di trasporti pubblici messinese avrebbe ottenuto 35 mila 565 euro. Ma se il 2003 fu generoso, per l’Atm, gli anni successivi non furono da meno in tema di contributi. Nel 2004 dalla Regione giunsero 2 milioni 731 mila euro; dall’Agenzia delle dogane, 19 mila 870 euro; nel 2005 la Regione riconobbe – sempre sulla base delle false attestazioni, a detta della Procura – tre milioni 239 mila euro; l’Agenzia delle dogane 6 mila 42 euro; 2006: 5 milioni 527 mila 496 euro dalla Regione, novemila 427 euro dall’Agenzia delle Dogane; nel 2007 la Procura non ha citato il dato relativo al contributo della Regione. l’Agenzia delle dogane aveva sborsato 5 mila 532 euro.
Prossima tappa di un processo che si trascina da anni, le arringhe della difesa.
Patrizia Vita
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