Processo ATM: assoluzione piena per Claudio Conte e altri 8 imputati accusati di truffa

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Tutti assolti perchè il fatto non sussiste. Il processo sulle presunte truffe all’ATM si è concluso con l’assoluzione per tutti gli imputati. Sono: l’ex direttore generale dell’Azienda trasporti cittadina, Claudio Conte; Giuseppe Lampi, ex responsabile dell’ufficio Ced; Francesco Lisa, coordinatore di esercizio; Salvatore Zaccone, responsabile delle manutenzioni; Salvatore Orlando; antonio Giovanni Carpita; Antonio Cardia, Vincenzo Maimone, Carlo Caruso.

Nel 2011, ad avvio inchiesta, erano 17 gli indagati, tra dirigenti e dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico messinese. A vario titolo furono accusati di truffa aggravata in concorso, falso materiale e falso ideologico, e vari altri reati ipotizzabili in ambito pubblico.

La Procura, al tempo, sospettò che l’Atm avesse avviato una truffa ai danni della Regione e dell’Agenzia delle Dogane. L’azienda messinese – secondo l’accusa – avrebbe ottenuto dai due organismi maggiori contributi pubblici, sulla scorta di documentazione riportante importi gonfiati relativi al consumo di carburante degli autobus: attestavano più lunga percorribilità dei mezzi di trasporto pubblico.

L’inchiesta aveva stabilito che nel 2003 la Regione aveva erogato un maggiore contributo pubblico, vale a dire 3 milioni 905 mila 268 euro, indebitamente percepito – sostenne l’accusa – dall’azienda per pagare ai dipendenti un elevato e ingiustificato numero di ore di straordinario lavorativo e di consentire alla maggioranza dei dipendenti Atm, in totale circa 600, un’indennità mensile di 155 euro, chiamata “premio corse”.

Nello stesso anno, poi, anche l’Agenzia delle dogane, aveva erogato all’Atm più del dovuto alla voce “carburanti”. Sulla scorta di un consumo che l’accusa sostenne falsamente presentato, l’azienda di trasporti pubblici messinese avrebbe ottenuto 35 mila 565 euro. Ma se il 2003 fu generoso, per l’Atm, gli anni successivi non furono da meno in tema di contributi. Nel 2004 dalla Regione giunsero 2 milioni 731 mila euro; dall’Agenzia delle dogane, 19 mila 870 euro; nel 2005 la Regione riconobbe – sempre sulla base delle false attestazioni, a detta della Procura – tre milioni 239 mila euro; l’Agenzia delle dogane 6 mila 42 euro; 2006: 5 milioni 527 mila 496 euro dalla Regione, novemila 427 euro dall’Agenzia delle Dogane; nel 2007 la Procura non ha citato il dato relativo al contributo della Regione. l’Agenzia delle dogane aveva sborsato 5 mila 532 euro.

C’era tutto questo alla base del teorema accusatorio, ma nel corso del processo, il perito di parte si scontrò con quella nominato dalla procura. L’ingegnere De Simone, scelto dal DG Conte, sostenne che era errata la consulenza del collega. Da qui la decisione del giudice Moncratoco Valeria Curatola di nominare un suo perito, che desse una consulenza al di sopra delle parti. E’ arrivata: su perizia dell’ingegnere Grazia La Cava, non ci fu truffa nell’operato dei dirigenti Atm. Tutti assolti, 5 anni dopo lo scattare dell’inchiesta, perchè il fatto non sussiste.

Hanno difeso gli avvocati: Carmelo Scillìa, Carmelo Raspaolo, Giambattista Freni, Andrea Torre, Adalgisa Bartolo, Roberto Materia, Concetta Durante, Salvatore Giannone,Emilio Fragale, Francesco Rizzo, Giuseppe Princiotta.

Patrizia Vita

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