«È il solito sistema, l’unico conosciuto da questa direzione che, dietro i proclami di gestione manageriale, nei fatti tenta di far quadrare i conti sempre e solo con i tagli a costo del lavoro e sulla qualità del servizio». Con queste parole la segretaria regionale dell’Or.s.a., Francesca Fusco, commenta la seconda gara d’appalto per la fornitura dei pasti al Policlinico di Messina, che sarà esperita a novembre. Il bando prevede che i pasti vengano prodotti in centri esterni e che 74 dipendenti dell’azienda ospedaliera nel settore ristorazione restino a casa. La Fusco accusa il direttore generale del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, di aver cercato «di recuperare i bilanci agendo unicamente sui tagli in tutti i settori, senza preoccuparsi della conseguente caduta dell’efficienza del servizio che sta trascinando la città a livelli di inciviltà anche nel delicato settore della sanità pubblica». Il sindacato avvia le procedure di raffreddamento e ribadisce che i degenti hanno diritto a un pasto caldo servito in contenitori igienici sterilizzati e non a uno prodotto all’esterno, perdendo queste caratteristiche. E si schiera anche dalla parte di quei 74 dipendenti che vedranno sfumare il proprio posto di lavoro. «La cucina del Policlinico è un diritto dei cittadini – conclude l’Or.s.a. − e Pecoraro ha il dovere di salvaguardare i diritti dei malati quanto i livelli occupazionali che non risulterebbero in esubero se il servizio fosse fornito con i canoni di civiltà previsti nel capitolato in scadenza».
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