Dai 30 anni del primo grado, in abbreviato, ai 18 dell’Appello. Cosimo Crisafulli, 66 anni, ha ottenuto un notevole sconto di pena, nel secondo grado di giudizio, per l’omicidio del figlio Roberto Crisafulli, 32 anni, ucciso con una fucilata il 15 maggio 2015.
Roberto morì al culmine di una lite in un’abitazione di Barcellona, raggiunto da un colpo di ficile al petto. Su Alessandro Crisafulli, 28 anni al tempo, figlio di Cosimo e fratello di Roberto, si concentrarono le indagini degli investigatori: Alessandro fu arrestato, ma qualcosa nel racconto del giovane non convinse del tutto.
Le indagini proseguirono. Ne venne fuori, da esami del Ris, che sul fucile non c’erano le impronte di Alessandro. Inoltre, le immagini del filmato di una telecamera a circuito chiuso, situata nei pressi della casa dei Crisafulli, esclusero la colpevolezza del giovane.
Da qui la nuova accusa nei confronti di Cosimo, il padre.
L’uomo – nella ricostruzione dell’accusa- uccise il figlio perchè da settimane rientrava ubriaco aggredendo i familiari. All’ennesima lite imbracciò il fucile e sparò uccidendolo.
Cosimo Crisafulli aveva confessato l’omicidio ma inizialmente gli investigatori non gli credettero. Poi la condanna a 30 anni davanti al gup del Tribunale di Barcellona e, meno di due anni dopo il delitto, pena ridotta in appello: 18 anni.
Il Pg Salvatore Scaramuzza aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.
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