Messina. Nuovi chiarimenti sull’arresto del giudice messinese Gaetano Maria Amato avvenuto qualche giorno fa. La misura cautelare di custodia in carcere, per l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, scaturisce dalla più ampia operazione “Black Shadow” che ha avuto origine a Bolzano.
Questa complessa indagine è partita dalla perquisizione, effettuata dalla Polizia Postale di Trento, sui dispositivi elettronici di un 38enne di Bolzano. Circa 50 le persone coinvolte.
Gli accertamenti, ad opera degli agenti di Trento, hanno consentito di scoprire che, il sopracitato 38enne, deteneva un’ingente quantità di materiale pedopornografico che, da una prima ricostruzione, veniva prodotto e scambiato avvalendosi dei moderni strumenti di messaggistica istantanea e trasferimento file, come WhatsApp e Skype.
La Polizia Postale, ricostruite le tracce digitali di questo traffico di materiale pedopornografico, ha fatto scattare una lunga serie di perquisizioni, sia domiciliari che personali, nei confronti di 48 soggetti su tutto il territorio italiano.
Coinvolto dalle indagini di questa maxi operazione, battezzata Black Shadow, anche il messinese Gaetano Maria Amato, giudice presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria. L’uomo, 58enne, è indagato per essersi procurato o aver detenuto materiale pedopornografico (art. 600 TER).
Nello svolgimento delle indagini sono stati individuati circa 40 file riconducibili, secondo gli investigatori della Polizia, proprio al giudice Amato. La custodia cautelare in carcere, per l’uomo, è stata richiesta dal procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci ed accolta dal Giudice per le Indagini Preliminare Maria Vermiglio.
Il materiale e tutte le informazioni sull’indagine sono adesso al vaglio degli inquirenti. Gaetano Maria Amato si trova adesso presso la Casa Circondariale di Gazzi ed è stato sentito, ieri pomeriggio, per l’interrogatorio di garanzia.
Anche se in attesa di ulteriori sviluppi è stata già avviata, dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, la procedura di sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio, nonché il collocamento fuori dal ruolo organico della magistratura.
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