Si chiude oggi un giro di rapine violente, attuate fra Messina e Palermo, organizzate da una banda di otto persone nel periodo fra ottobre e dicembre dell’anno scorso.
Il risultato di oggi arriva a valle di un attento ed intenso lavoro investigativo svolto dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti, coordinato dalla Procura della Repubblica di Patti che ha portato a chiudere il cerchio e a smascherare le gravi responsabilità di una banda di malviventi artefice di violente scorribande alla fine del 2016.
Oggetto dell’attività criminale erano abitazioni private, in maggioranza ville isolate, situate fra Messina e Palermo. Peculiarità di questa banda è che non si faceva scrupoli ad introdursi nelle abitazioni anche in presenza dei proprietari e al danno del furto si aggiungeva quindi, spesso, il terrore al quale venivano sottoposte le loro vittime.
A seguito di una prima fase di indagine, scattata dopo la violenta rapina ai danni di due coniugi anziani di Ucria, sorpresi in piena notte nel sonno, nell’ottobre 2016. I componenti della banda, incappucciati e armati di coltelli, avevano derubato la coppia di tutti i beni di valore per poi tenerli sotto sequestro mentre raggiungevano e razziavano una seconda abitazione nella zona di Capo d’Orlando.
La Polizia, nel mese di gennaio, era riuscita a bloccare i pericolosi criminali, individuando a loro carico tutta una serie di responsabilità non solo per la predetta rapina, ma anche per altri furti messi a segno a Termini Imerese e a Sant’Agata di Militello.
Questo giro di rapine è stato, finalmente, sventato all’alba di stamani, quando i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Patti, coadiuvati dai colleghi del Commissariato P.S. di Termini Imerese e del Posto Fisso di Polizia di Tortorici, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misure cautelari emessa dal GIP, dr. Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore D.ssa Giorgia Orlando, con la quale risultano chiare le responsabilità degli otto individui.
Sette esponenti sono stati raggiunti da misura cautelare in carcere:
- TERRANA Gianluca, classe 1986 di Termini Imerese (ritenuto il capo della banda);
- INCARDONA Angelo, classe 1976 di Campofelice di Roccella
- AUGETTO Giuseppe, classe 1987 di Termini Imerese;
- LAMIA Francesco, classe 1988 di Termini Imerese;
- LA BUA Antonino, classe 1989 di Termini Imerese;
- AIOANI Robert Costantin, nato in Romania nel 1995;
- HATOS Iulian Georgian, nato in Romania nel 1994.
Destinatario di misura cautelare degli arresti domiciliari è:
- GALATI RANDO Franco, classe 1969, residente a Tortorici;
Dall’inizio delle indagini, grazie al prosieguo di un poderoso lavoro investigativo, incessantemente condotto dai poliziotti, è stato possibile individuare una pluralità di soggetti, risultati assiduamente impegnati in una frenetica attività di procacciamento di profitti illeciti. Un sodalizio criminoso ben organizzato che oggi, a seguito dell’attività della Polizia, è ritenuto responsabile non solo dei fatti già accertati nella prima fase di indagine, ma di tutta una serie di nuovi atti, commessi anche attraverso violenza diretta alle vittime.
L’attività investigativa è stata sviluppata avvalendosi, peraltro, di capillari operazioni di intercettazione telefoniche e di una attenta disamina dei tabulati telefonici, ulteriormente corroborate da elementi acquisiti a valle dell’analisi dei supporti telefonici sequestrati ai soggetti colpiti dalla prima ordinanza di misure cautelari (foto, messaggi vocali e conversazioni istantanee del tipo chat dell’applicativo whatsapp…).
Questa ampia gamma di informazioni ha consentito alla Polizia di accertare non solo qualche “semplice” reato ma una vera e propria associazione a delinquere dedita alla commissione di reati contro il patrimonio e la persona. Saldi legami di collaborazione e intenti erano presenti fra gli associati, rafforzati da un stretta condivisione di interessi, da una assidua frequentazione personale, nonché da prassi operative condivise e reiterate.
Una organizzazione che passa attraverso un collaudato modus operandi basato sulla condivisione informativa dei luoghi e delle abitazioni da colpire, passando poi dai relativi sopralluoghi fino al raggiungimento degli illeciti. Praticamente dei “copioni” che venivano messi in atto – di volta in volta – mediante il sapiente coordinamento dell’operato di più persone dislocate in posti diversi con specifica ripartizione di ruoli:
- TERRANA Gianluca – a lui è attribuibile un ruolo carismatico era dotato di una evidente carica propulsiva rispetto alle attività illecite del sodalizio. Promotore ed organizzatore delle attività illecite imputabili alla banda, svolgeva una funzione di minuziosa pianificazione e preparazione dei “colpi” da eseguire. Fungeva da raccordo delle attività dei sodali e, generalmente, rimaneav all’esterno delle abitazioni delle vittime a coordinare le materiali condotte dei complici durante gli assalti criminali. Organizzava e dirigeva la banda attraverso un collaudato linguaggio metaforico, denominando le azioni criminali come “campionato di calcetto”, ovvero definendo le stesse, soprattutto nella loro fase operativa, come “operazioni” mutuando chiaramente la terminologia dal gergo militare. Dall’analisi del suo apparecchio telefonico è stato possibile comprendere a pieno la sua spavalderia, essendo solito ritrarsi con banconote di grosso taglio frutto dell’attività criminale.
- LA BUA Antonino, LAMIA Francesco e AUGETTO Giuseppe – collaboratori perfettamente a conoscenza delle attività criminali, attività alle quali partecipavano – anche in prima persona – conseguendone parte dei proventi. I tre, fedeli collaboratori di TERRANA, spesso mettevano a disposizione i propri veicoli per gli spostamenti, per i sopralluoghi e per l’esecuzione dei delitti.
- INCARDONA Angelo – soggetto di vertice che disponeva di un preciso patrimonio informativo connesso a selezionati obiettivi per le azioni criminali del gruppo, informazioni messe a disposizione dietro corrispettivo, interloquendo tendenzialmente con TERRANA. Ha partecipato ad alcuni colpi ed è intervenuto direttamente, in alcune occasioni, per assicurare la fuga agli altri componenti della banda.
- GALATI RANDO Franco – fonte di cui ci si avvale per la selezione di obiettivi per attività criminali da compiere nel messinese e segnatamente nel territorio nebroideo.
- AIOANI Robert Costantin e HATOS Iulian Georgian – due ragazzi di origini rumene che costituiscono manifestamente la pericolosa manovalanza delle cui attitudini ed abilità fisiche la banda si avvale, disponendone secondo le esigenze, conducendoli sui luoghi del delitto e recuperandoli a conclusione delle operazioni criminali o in caso di fuga.
L’intensa attività di indagine ulteriormente svolta ha permesso di evidenziare la pericolosità del gruppo e di individuarne le responsabilità della banda in relazione ad una serie infinita di scorribande, oltre quelle già evidenziate.
Tra questi, tre furti in abitazione perpetrati nella notte tra il 2 ed il 3 dicembre scorsi a Lascari ed altro nella notte del 14 dicembre a Campofelice di Roccella.
L’organizzazione della banda e la sua pericolosità emergono ampiamente nella tentata rapina in abitazione a Termini Imerese la sera del 10 dicembre. In quell’occasione i malviventi, armati di pistole e col viso coperto da scuri passamontagna, sciarpe e guanti facevano irruzione all’interno di una abitazione sita in zona di campagna, intimando, sotto la minaccia delle armi, alle tre donne anziane presenti di entrare nella stanza accanto. La riluttanza opposta da una delle donne, colpita da malore, scatenava la aggressività dei criminali, che iniziavano a schiaffeggiare le malcapitate, scaraventandole per terra. La brutale azione criminosa era stata interrotta, ed i tre erano costretti a darsi alla fuga, grazie alle grida lanciate dalle donne che erano state soccorso da alcuni parenti e vicini, poi coinvolti nell’aggressione e, a loro volta, colpiti dai malviventi prima che questi si dessero alla fuga.
In questa occasione, un ulteriore elemento di carica criminosa è rappresentato dal nuovo e più evoluto modus operandi della banda, che, per la prima volta, dall’inizio dell’osservazione del sodalizio, ha fatto ricorso all’utilizzo di armi.
L’incessante attività della Polizia e la lunga serie di prove raccolte, a questo punto, dovrebbero garantire che i malviventi – per lungo tempo – restino ben lontani dalla possibilità di svolgere ulteriori illeciti.
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